Harvey: chiuso un quinto raffinerie Usa. Petrolio giù, benzina a record dal 2015
Mentre il bilancio delle vittime sale a 18 persone circa (ma c’è chi parla di 22 morti), Harvey continua a distruggere tutto ciò che incontra e a tenere con il fiato sospeso l’America, che teme il ripetersi della tragedia di Katrina.
Le continue alluvioni provocate dalla tempesta tropicale hanno reso necessaria la chiusura di un quinto delle raffinerie di petrolio situate nel territorio degli Stati Uniti. Effetto: il forte calo della domanda sta mettendo sotto pressione le quotazioni del petrolio, mentre i timori crescenti sulla scarsità dell’offerta di carburante hanno fatto salire i prezzi della benzina Reformulated Gasoline Blendstock for Oxygen Blending (RBOB) al nuovo record in due anni, ovvero dal luglio del 2015. In particolare, i futures sul contratto spot sulla benzina Usa sono volati del 7% nelle ultime ore, a $1,7799 il gallone.
Con le quotazioni attorno a $46 a New York e a 51 circa a Londra, lo spread tra WTI e Brent viaggia al massimo in due anni, a $5 al barile.
L’effetto ribassista sul petrolio si spiega con il fatto che un numero minore di raffinerie tende ad allungare il processo di raffinazione, causando un’accumulazione delle scorte.
Intanto è alert per l’impianto chimico di Crosby, in Texas, di proprietà del gigante industriale francese Arkema, che è stato costretto a evacuare i dipendenti per il rischio di esplosione dopo che Harvey ha messo KO l’energia elettrica e le forti piogge hanno allagato i suoi generatori di backup.
Arkema ha chiaramente avvertito che esiste “un pericolo reale” di esplosione e ha aggiunto di star lavorando con il dipartimento di Sicurezza nazionale e con lo stato del Texas per creare un posto di comando in una zona più sicura, vicina al sito.
Al suo quinto giorno di inondazioni, la furia di Harvey non sembra dar cenno di placarsi.
E’ vero che, dopo essere stato catalogato uragano di Categoria 4, Harvey è stato downgradato piuttosto velocemente a tempesta tropicale. Ma i danni provocati dalle piogge torrenziali che ha scatenato, e che hanno distrutto argini e spazzato via dighe, ha allertato gli stessi esperti di disastri natuali, che ora si chiedono quale sarà il costo del suo passaggio.
Intervistato da Bloomberg, l’analista Chuck Watson di Enki Research, ha calcolato per ora un danno di $52 miliardi, aggiungendo che non sarebbe una sorpresa assistere a un balzo dei costi tra $60 e $80 miliardi. In più, Harvey sta minacciando anche lo stato della Louisiana, inclusa New Orleans, che è stata devastata da Katrina nel 2005, uccidendo almeno 1.800 persone e provocando danni per $160 miliardi.
ll presidente Donald Trump ha dichiarato lo stato di emergenza nello stato della Louisiana, lanciando l’assistenza federale e definendo Harvey “un disastro di dimensioni epiche”.