Il dollaro Usa più debole, il recupero dei prezzi del petrolio dai minimi e il miglioramento dei dati economici hanno attenuato i timori di una recessione globale, portando a un allentamento di quelle tensioni che hanno caratterizzato i mercati nei primi tre mesi dell’anno. Ma è solo una pausa di riflessione, oppure siamo davvero giunti a un punto di svolta? Secondo Ann-Katrin Petersen, Vice President Global Capital Markets & Thematic Research di Allianz Global Investors, che ha analizzato in un report le tre questioni, tra minore forza del dollaro, hard landing cinese scongiurato e riduzione (anche se lentissima) dell’offerta di petrolio, se non ne siamo ancora fuori, si comincia a vedere la famosa luce in fondo al tunnel.
Apprezzamento del dollaro prossimo al capolinea
Riguardo alla frenata del dollaro, Petersen spiega come nel primo trimestre BoJ e BCE abbiamo allentato ulteriormente la propria politica monetaria nel tentativo di favorire l’aumento dei prezzi al consumo. “Secondo l’opinione di alcuni, la BCE potrebbe anche ricorrere all'”helicopter money” come ultima risorsa”, dice Petersen. Al contrario, a fine 2015 Fed ha attuato un primo rialzo dei tassi di riferimento, ma nell’ultima riunione del FOMC i toni sono stati più accomodanti. “Pertanto il ciclo di inasprimento americano dovrebbe proseguire molto gradualmente; e si eviterebbe, almeno per il momento, una forte divergenza tra le politiche delle principali autorità monetarie – dice Petersen – Tale situazione, unita alla valutazione ambiziosa del dollaro rispetto ai fondamentali, lascia prevedere che la fase principale di apprezzamento della valuta statunitense sia ormai prossima alla conclusione“. La minore forza del biglietto verde inoltre tranquillizzerebbe le autorità cinesi: un dollaro più debole, infatti, ridurrebbe le pressioni di vendita sul Renminbi. “Nel breve periodo, tuttavia, non si esclude un possibile nuovo apprezzamento del dollaro, dato che attualmente i mercati monetari scontano un ciclo di inasprimento ancora più blando di quanto indicato dalle proiezioni dei membri del FOMC”, dice ancora Petersen.
Minori preoccupazioni per gli sviluppi congiunturali
A inizio anno i timori che in Cina si verificasse un “hard landing” della crescita e che la ripresa economica statunitense, ormai in fase avanzata, volgesse al termine, avevano alimentato l’incertezza degli investitori. Secondo Allianz Global Investors i timori si sono dissolti e l’economia mondiale, pur mantenendosi debole, dovrebbe avvicinarsi al suo potenziale. Il settore manifatturiero Usa, al centro delle preoccupazioni sull’economia americana, inizia a infatti a dare segnali di ripresa. “La stagione di pubblicazione dei bilanci per il primo trimestre 2016, ormai prossima, non dovrebbe riservare particolari sorprese positive, ma molto probabilmente risultare in linea con le aspettative già riviste al ribasso“, aggiunge Petersen.
Prezzo del petrolio alla ricerca del punto di equilibrio
Quanto al greggio, la minore forza del biglietto verde favorisce un aumento delle quotazioni al di fuori degli Stati Uniti. La recente ripresa è riconducibile, tra l’altro, alle attese di limitazioni sul fronte della produzione. Secondo Petersen, in occasione dell’incontro tra i principali Paesi produttori – che si terrà a Doha il 17 aprile – si dovrebbero compiere nuovi passi in tale direzione. “L’eccesso di offerta a livello mondiale si ridurrà comunque solo lentamente, limitando il potenziale di rialzo del prezzo del petrolio“, è il commento di Petersen.
La bussola per gli investitori
A questo punto come orientarsi? I toni più “dovish” della Fed sostengono i rendimenti reali contenuti e le crescenti attese inflazionistiche negli Usa. “Le obbligazioni governative statunitensi potrebbero subire delle battute d’arresto, alla luce delle aspettative ancora più basse sui rialzi dei tassi incorporate nelle quotazioni – afferma Petersen – Il mercato obbligazionario europeo è invece influenzato dal programma di acquisto di titoli recentemente ampliato dalla BCE“. “Le asset class rischiose come le azioni dovrebbero continuare a beneficiare della riduzione delle preoccupazioni sull’andamento economico“, aggiunge Petersen. Che conclude: “La volatilità potrebbe comunque essere elevata, rendendo consigliabile continuare a diversificare ampiamente gli investimenti nelle diverse asset class“.