Milano e Madrid stonano in Europa: sarà il teatrino della politica a dare spettacolo sui mkt
Pomeriggio senza grandi scossoni sulle Borse europee che si avviano a chiudere una settimana campale in territorio positivo, ad eccezione di Madrid (-3,65% da lunedì) e Milano (-1,15%). Le enormi iniezioni di liquidità nel sistema pianificate dalla Banca centrale americana hanno riacceso tra gli investitori la voglia di rischio. Il programma di acquisto bond da parte della Banca centrale americana è ammontato a 600 miliardi di dollari fino alla fine del secondo trimestre 2011, pari a circa 75 miliardi mensili, rispettando le previsioni degli economisti.
Nell’attesa di vedere se l’ultima spallata del presidente della Fed, Ben Bernanke, riuscirà davvero a rimettere in moto l’economia Oltreoceano a fermare la colonnina di mercurio sul bel tempo ha contribuito il dato mensile sull’occupazione Usa. Centrando le stime, il tasso di disoccupazione è rimasto bloccato al 9,6% per il terzo mese di fila, mentre il settore non agricolo ha creato 151.000 nuovi posti, ben oltre il consensus che ne stimava 60mila. “Si è trattato di un’inversione assolutamente sorprendente, ma ci si deve chiedere se è sostenibile”, ha commentato Peter Dixon, economista per Commerzbank. “Per ora l’allentamento quantitativo annunciato mercoledì è assolutamente vincente per l’azionario”.
Nel Vecchio Continente a meno di un’ora dalla chiusura delle contrattazioni stonano solo Madrid (Ibex -1,36%) e Piazza Affari (Ftse Mib -1,19%). E’ il nuovo allargamento dello spread tra i titoli di stato periferici e bund, alimentato da nuovi timori sulla salute del sistema bancario in quei paesi, ad attentare al sentiment. “I volumi sono sottili, c’è pressione sui finanziari dopo il nuovo record sullo spread del nostro decennale”, ha segnalato un trader. Lo spread tra i rendimenti di Btp e bund è balzato ai massimi da fine settembre.
E il motivo è lampante. I governi dei paesi alla periferia della zona euro stanno offrendo con poca grazia a elettori, parlamentari e opposizione uno spettacolo alquanto deludente: o ci sostenete o si va verso le elezioni anticipate, il collasso politico e la disfatta del mercato finanziario. Una situazione che lascia gli investitori in balia della minaccia di periodiche crisi di governo in uno qualsiasi, o tutti, tra i paesi che sono stati ribattezzati PIIGS – Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia, Spagna – che potrebbero far muovere bruscamente i rendimenti dei bond e l’euro .
Come osservano alcuni strategist da un punto di vista politico ha senso sfidare l’opposizione o l’elettorato per farti cadere, ma l’alternativa è orribile e continuerà a preoccupare gli investitori. Mentre Portogallo, Grecia e Spagna sono cadute sotto il fuoco della pressione dei mercati, finora l’Italia si è salvata. Lo dicono i numeri: lo spread tra il decennale italiano e quello tedesco si muove intorno ai 165 punti base, mentre quello Spagna/Germania è a quota 205, rispetto ai 550 dell’Irlanda e i 900 della Grecia.
La speranza di Roma è tutta racchiusa nel pacchetto di misure di austerità, che è stato cucito per evitare crisi simili a quelle viste nel resto d’Europa. Ma la situazione a Palazzo Chigi è in divenire, se non bollente in questi giorni sull’onda dell’ultimo scandalo mediatico che ha travolto il premier Silvio Berlusconi. Se la contrapposizione tra Berlusconi e il suo ex alleato chiave e presidente della Camera Gianfranco Fini dovesse diventare esplosiva, magari portando il paese a elezioni anticipate l’anno prossimo, anche l’Italia potrebbe essere travolta dai dubbi dei mercati. Uno scenario che la maggior parte degli analisti non escludono, convinti che comunque il teatrino delle storie politiche darà spettacolo a zonzo per l’Europa l’anno prossimo. Il messaggio è chiaro. A Roma sono avvertiti.