Messina (Intesa) indica il vero perché della risiko mania, Lovaglio (Mps) apre già al prossimo big deal

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A tutto risiko. I grandi banchieri sfilano in passerella al palazzo del Ghiaccio di Milano in occasione del Consiglio nazionale della Fabi e non hanno lesinato indicazioni sulla bagarre in atto per ridisegnare gli equilibri tra le big del credito.
La teoria di Messina sul perchè della corsa al risiko
Ieri tra i primi a parlare è stato Carlo Messina, il numero uno di Intesa Sanpaolo, la maggiore banca italiana che si mantiene fuori dai giochi M&A. Dopo aver parlato nel recente passato di “confusione” relativamente all’ondata di risiko in atto, il navigato banchiere ha dato una nuova chiave di lettura a quello che sta succedendo, senza mancare di dire la sua anche sull’uso del golden power da parte del governo per operazioni nazionali.
La strada del consolidamento, a detta di Messina, è stata intrapresa da tanti perché altrimenti “non riusciranno nel 2026 a ottenere gli stessi risultati di questi anni”, ossia del 2024 appena passato e dell’anno in corso che è già iniziato con il piede giusto stando ai primi riscontri trimestrali. Pertanto, si stanno affidando all’M&A per dare fiato ai conti futuri, è il ragionamento del banchiere fresco di riconferma alla guida di Intesa. “Per noi non è così ed è uno dei motivi per cui stiamo alla finestra”, ha aggiunto ricordando anche come le attuali valutazioni di Borsa incorporano importanti componenti speculative. Un riferimento che in apparenza richiama indirettamente al recente sorpasso di Unicredit – la più attiva sul fronte M&A – ai danni di Intesa come banca a maggior capitalizzazione in Italia. Anche se poi il banchiere ha messo UniCredit alla pari di Intesa come realtà che possono garantire una “maggiore sostenibilità dei risultati” rispetto ad altre banche che incorporano “un premio per aspettative di aggregazioni o sinergie” che “un risparmiatore dovrebbe guardare con attenzione”.
Golden power, le posizioni di Messina e Castagna
Come detto Messina si è sbilanciato sul delicato argomento golden power che sta creando non poche tensioni tra il governo, il suo collega Andrea Orcel di Unicredit e l’autorità di regolamentazione con la decisione della Consob di sospendere l’Ops su Bpm per 30 giorni e le successive dure parole del suo presidente Paolo Savona. A detta di Messina “le questioni che riguardano il risparmio sono di indipendenza nazionale, sono sicurezza nazionale e io francamente mi stupisco che non ci sia pensato prima”. “E’ qualcosa che fa parte del nuovo mondo”, ha aggiunto senza esprimere giudizi sulle operazioni in corso, ma aggiungendo che “se Unicredit decidesse davvero di scalare Generali chiamerei Andrea Orcel e gli direi fermati”. In ogni caso la posizione di Intesa rimarrebbe quella di spettatore. “Credo che essere con una quota di mercato rilevante determina che certe operazioni non sarebbero autorizzate, ed è inutile forzare la mano con due leader di mercato. La teorica possibilità di crescita del nostro gruppo la vedo più nell’asset management».
Sul golden power non si è tirato certamente tirato indietro l’ad di Banco Bpm, Giuseppe Castagna. “Non abbiamo nessuna voce in capitolo ma mi sembra che il golden power sia uno strumento che esiste da anni e che è stato già applicato numerose volte”. “La Russia è un problema che l’offerente ha già da anni. La stessa Bce ha chiesto di uscire da quel mercato. Mi sembra che il governo abbia diritto a non volere che uno dei soggetti interessati dall’operazione faccia profitti in Russia, quando il nostro Paese sostiene l’Ucraina”.
Oggi la palla passa al predatore Orcel che interverrà in mattinata sempre all’evento della Fabi.
Lovaglio scatenato: “Spazio per un deal più grande in futuro”
Un certo eco lo hanno creato anche le parole di Luigi Lovaglio. Il ceo di Mps conferma le ambizioni di crescere scalando Mediobanca e non solo. “In prospettiva credo che la nostra operazione possa essere una premessa per una più grande”, ha replicato a chi gli chiedeva di un possibile ulteriore deal con Banco Bpm, qualora l’offerta su Piazzetta Cuccia andasse a buon fine. “Ritengo che la fase di consolidamento continuerà. Non è che se sei più grande sei meno attento al cliente, perché la logica di integrazione deve essere diversa”.
Nel frattempo le agenzie di rating fanno qualche distinguo nel risiko in atto e ieri Fitch ha messo sotto osservazione il giudizio “BBB” su Mediobanca, facendo presente che c’è spazio per una possibile revisione al rialzo se si concretizzerà l’M&A su Banca Generali, di contro indica eventuali pressioni al ribasso se Piazzetta Cuccia finirà sotto Mps.