Mes Fondo salva-stati, da Camera ok a risoluzione governo. Infuria #stopMes, ma Borghi smentisce Salvini
Continua a infuriare su Twitter l’hashtag #stopMes, nel giorno in cui la Camera dà l’ok alla risoluzione della maggioranza. Il testo sul Mes è stato approvato a Montecitorio con 291 voti a favore, e 222 contrari.
L’Assemblea di Montecitorio ha poi bocciato la risoluzione del centrodestra e quella di +Europa, su cui il governo aveva espresso parere contrario. La questione è ben lontana, tuttavia, dall’essersi conclusa. Il Messaggero riporta quanto riferito da fonti del M5S: “Ci sarà un nuovo round in Parlamento a gennaio, prima del prossimo Eurogruppo”.
Insomma, ha garantito il MoVimento, “ci sarà il pieno coinvolgimento del Parlamento prima dei prossimi passi sul Mes. Ogni decisione verrà presa ascoltando le Camere, non firmeremo nulla al buio“.
Una garanzia in tal senso arriva direttamente dal leader cinque stelle Luigi Di Maio: “Si è raggiunto un accordo, siamo stati sempre contrari alla filosofia di questo fondo, il Movimento è sempre stato coerente e trasparente – dice, parlando con i giornalisti a margine di un’audizione a Palazzo San Macuto, stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa Askanews – Avevamo forti perplessità e si è voluto vedere chiaro”. Ma “l’Italia deve essere sicura al 200% e come ministro degli Esteri mi accerterò di questo prima di porre qualunque firma”.
Ma l’opposizione torna a cavalcare l’onda #stopMes.
Tra i protagonisti si mette in evidenza sempre lui, Claudio Borghi, economista della Lega e presidente della Commissione di bilancio della Camera, padre dei minibot che ai tempi non tanto lontani del governo M5S-Lega aveva fatto accapponare la pelle a molti, sia in Italia che nel mondo dell’alta finanza e anche nei piani alti di Bruxelles.
Borghi attacca Conte ma, parallelamente, smentisce praticamente quanto ripetuto più volte dal leader della Lega Matteo Salvini.
Rivelando, praticamente, che tutti erano a conoscenza che qualcosa, sul Mes, stava accadendo.
Conte traditore, Conte che ha tramato alle spalle degli italiani, Conte che ha abusato del suo potere svendendo i risparmi degli italiani: nella girandola di smentite e di rumor che hanno reso la riforma del Mes l’argomento tra i più gettonati degli ultimi tempi, Borghi ha puntato di nuovo il dito contro il presidente del Consiglio per aver firmato le modifiche apportate al Mes (Esm, meccanismo europeo di stabilità noto anche come Fondo salva-stati):
“Dicendo di averci informato, lei ha umiliato e offeso anche Di Maio, che le sedeva accanto imbarazzato. Ma chi credeva di prendere in giro? Noi abbiamo seguito la trattativa e il mandato che ebbe era uno: l’Italia non avrebbe mai firmato quel Trattato. Glielo dissero Salvini e Di Maio”.
L’ennesimo affondo contro Conte traditore della patria, per l’appunto ma, anche, una gaffe. Nel dire infatti “Glielo dissero Salvini e Di Maio”, Claudio Borghi ha praticamente ammesso, infatti, che sia Salvini che Di Maio erano a conoscenza della volontà europea di apportare cambiamenti al Mes. Tutti anzi sapevano, se si considera la frase “Noi abbiamo seguito la trattativa”.
Che tutti sapessero, in realtà non è neanche la scoperta del secolo che viene fatta oggi, visto che, sempre in tema di #stopMes, basta considerare che era stato lo stesso Meccanismo a rendere noto lo scorso 15 giugno -, e neanche in via velata visto che l’informazione è arrivata dal profilo Twitter – che l’Eurogruppo aveva approvato una bozza rivista del Trattato.
1/2 Revised draft of the #ESM Treaty as agreed by the #Eurogrouphttps://t.co/HBCGbVBFeq
— ESM (@ESM_Press) June 15, 2019
Così Borghi ha rivelato intanto in un’intervista esclusiva rilasciata al sito FinancialLounge.com:
“Il nostro ministro dell’Economia Gualtieri si è vantato di avere ottenuto la possibilità di aggregare i titoli attraverso una rimodulazione delle clausole di azione collettiva (Cacs), ovvero di inserire nel nuovo regime di ‘single limbs’ dei sotto-insiemi per tutelare ogni tipo di detentore di titoli di Stato in caso di voto per decidere un’eventuale ristrutturazione del debito. Ma tutto questo c’è già scritto nel sito del Mes in una specifica Faq, insomma Gualtieri non ha ottenuto nulla rispetto a quello che già era previsto”.
L’economista ha fatto notare anche un altro piccolo particolare: la pagina del Mes che scompare e appare. Il tutto, a suo avviso, in quella che si conferma essere una grande presa in giro degli esponenti del M5S:
Il sito del Mes “prima toglie la pagina dove dice che le Cacs servono per la ristrutturazione del debito, poi la rimette per smentire le balle di Gualtieri che faceva passare la possibilità di subaggregazione come una sua grande conquista”.
“Di fatto – continua ancora Borghi al FinancialLounge.com – non cambia nulla. La cosa incredibile è che il M5s ci stava cascando, stavano scrivendo la risoluzione facendo passare la cosa come un grande risultato di Gualtieri e ci è cascata pure tutta la nostra brillante stampa”.
La polemica sul Mes non accenna insomma a placarsi, anche se l’attenzione si è spostata in questi giorni su altri dossier italiani, come la ponderazione dei BTP nei bilanci delle banche, ovvero l’altra spina nel fianco italiano che può riassumersi anche nell’espressione doom loop.
Ma certo il caso #stopMes è sempre in primo piano.
Recente è stato il botta e risposta tra il ministro Gualtieri e Claudio Borghi, con il primo che ha accusato il secondo di aver lanciato una campagna terroristica volta a spaventare gli italiani. E che, per spiegarsi, ha creato anche il caso Nutella. Una campagna terroristica-tragedia greca, quella creata da Borghi e Salvini, che è stata smontata e smentita da più parti.
Gualtieri ha dal canto suo precisato, la scorsa settimana, che l’Europa ha raggiunto un accordo di principio sul Mes che, in quanto tale, non è stato ancora finalizzato, e quindi non è concluso.
“Da una parte resta soggetto alle procedure nazionali – ha precisato il titolare del Tesoro – dall’altra parte la finalizzazione dovrà attendere la chiarificazione degli aspetti giuridici dei ‘termini di riferimento’ delle cosiddette Cacs, le clausole di azione collettiva, sulle quali si è discusso”.
Intanto oggi l’economista Giampaolo Galli dell’Osservatorio dei Conti pubblici diretto dall’ex Commissario alla Spending Review Carlo Cottarelli, ha scritto dal suo profilo Twitter il seguente post: “Con quale coerenza i #noeuro fanno la campagna #stopmes? Uscire dall’euro significa fare default sul debito pubblico e anche su quello privato (con l’estero): una ristrutturazione al cubo, un incubo, l’impoverimento di milioni di persone”.
Insomma, gli stessi che hanno gridato allo scandalo della ristrutturazione preventiva imposta da Bruxelles (smentita) la ristrutturazione del debito la fanno rischiare lo stesso all’Italia semplicemente…esistendo.
Con quale coerenza i #noeuro fanno la campagna #stopmes? Uscire dall’euro significa fare default sul debito pubblico e anche su quello privato (con l’estero): una ristrutturazione al cubo, un incubo, l’impoverimento di milioni di persone.
— Giampaolo Galli (@GiampaoloGalli) December 11, 2019
Dal canto suo l’economista Riccardo Puglisi riassume l’intero caos-caso Mes con il seguente tweet:
Chi non vuole il Fondo Salva Stati MES vuole uscire dall’euro.
Ricordatevelo.#STOPMes
— Riccardo Puglisi (@ricpuglisi) December 11, 2019