Notizie Notizie Italia Il mercato crede a un ingresso in Telecom dall’entrata di servizio

Il mercato crede a un ingresso in Telecom dall’entrata di servizio

16 Marzo 2007 13:44

Che ormai le banche siano destinate a entrare in Olimpia per svuotarla dell’asset Telecom Italia (o almeno della quota riferita a Pirelli) pare solo questione di tempo. Più controverso come questo potrà avvenire, o meglio a che gradino della piramide di controllo questo avverrà. E proprio da ciò dipende l’atteggiamento del mercato nei confronti dei titoli della galassia Tronchetti Provera. Dopo l’exploit di ieri, quando ha chiuso con un rialzo del 6,7%, il titolo Pirelli è oggi tra i peggio intonati dell’intero listino (-1,8% nel momento in cui si scrive), colpa in parte di prese di beneficio, ma anche di un riorientamento degli investitori. A stupire in positivo è infatti il titolo Camfin (+6%), la società che controlla poco più del 25% di Pirelli e a sua volta controllata con oltre il 50% del capitale dalla Gpi di Marco Tronchetti Provera.


Gli investitori ripercorrono a ritroso gli anelli della catena di comando non a caso. Potrebbe essere infatti Camfin il perno del processo di cessione di Olimpia, la scatola in cui è conservato il 18% del capitale di Telecom. Il tutto sulla base di un’operazione alternativa che è stata rivelata oggi dal quotidiano La Repubblica e che prevederebbe in un primo momento la scissione di Pirelli in due unità, una comprendente solo Olimpia (di cui controlla l’80%) e l’altra con tutti gli altri asset. Secondariamente le banche rileverebbero da Camfin il 25% di Pirelli con in pancia Olimpia per 800 milioni. Alla fine Camfin resterebbe così proprietaria solo del 25% di Pirelli & C. per quella parte priva di Olimpia e si ritroverebbe con una abbondante liquidità in cassa, mentre le banche avrebbero in mano una quota di Telecom che successivamente potrebbe anche essere redistribuita a nuovi operatori industriali. Esclusa da tutti i passaggi di mano resterebbe in questo caso la quota di Olimpia (il 20%) in mano alla Edizione Holding dei Benetton.


Proprio la famiglia di Ponzano Veneto si starebbe muovendo al piano inferiore, quello della stessa Telecom (+0,5%). Le indiscrezioni di stampa vedono i Benetton potenzialmente interessati a passare dalla porta della borsa, una mossa che risulterebbe certamente meno costosa, stanti le attuali quotazioni del titolo. I 2,15 euro di Telecom a Piazza Affari sono infatti un forte richiamo per chi voglia accrescere la propria presenza nel capitale contro i 2,6-2,7 euro ad azione che le diverse cordate bancarie accreditate di interesse dovrebbero pagare per entrare in Olimpia. E non mancherebbero anche altri pretendenti pronti al rastrellamento. I nomi che girano sono più o meno sempre gli stessi: fondi di private equity, banche d’affari fino ad arrivare a De Agostini. Nel novero di coloro che opererebbero dietro le quinte Il Sole 24 Ore di oggi inserisce però anche una vecchia conoscenza di Telecom, quel Roberto Colaninno che dopo aver lanciato con Emilio Gnutti “la madre di tutte le Opa” proprio sull’azienda telefonica fu poi costretto a separarsene nel luglio 2001.