Mercati: selezione e diversificazione le chiavi nel 2017, focus su incertezze politiche e volatilità
Il 2017 si annuncia molto incerto e sarà caratterizzato da cambiamenti politici importanti e da una probabile divergenza delle politiche monetarie. Secondo l’Outlook 2017 stilato dagli esperti di Natixis Asset Management, gli investitori alla ricerca di rendimenti dovranno essere più selettivi e coscienti dei numerosi rischi che si corrono sui mercati.
Cambiamenti macroeconomici
Secondo Philippe Waechter, chief economist di Natixis Asset Management, nel 2017 assisteremo a un cambiamento del sistema economico per effetto di una profonda modifica dell’equilibrio politico ed economico degli Stati Uniti. I tagli alle tasse promessi da Donald Trump sosterranno la domanda interna, restituendo alla Federal Reserve una maggiore libertà. La Fed, pertanto, potrà quindi aumentare i tassi di riferimento al fine di ritrovare margini di manovra nella gestione della propria strategia di politica monetaria. Nell’Eurozona la Bce ha annunciato chiaramente nell’ambito della riunione di dicembre che manterrà bassi i tassi di riferimento, anche dopo la fine del quantitative easing. “Questo nuovo equilibrio delle politiche economiche statunitensi si tradurrà in una divergenza delle politiche monetarie e, quindi, in tassi di interesse americani più alti”, aggiunge Waechter. “Poiché non ci aspettiamo politiche forti per sostenere la congiuntura nell’ambito delle altre aree sviluppate, il dollaro è destinato a rafforzarsi nel lungo termine”. L’inflazione dovrà essere limitata, nettamente al di sotto del target della BCE nell’eurozona e vicina al target negli Stati Uniti.
Mercati obbligazionari
Il 2016 è stato caratterizzato dal ritorno della volatilità determinata dal rischio politico. I dubbi sull’economia cinese di inizio anno, le incognite sulla strategia dell’Opec dopo i ribassi del prezzo del petrolio e i voti di protesta (Brexit, Trump, Referendum italiano), sono stati determinanti per i mercati. La prudenza della Fed e l’attivismo della BCE hanno sostenuto le performance dei mercati obbligazionari. Il contesto di bassi tassi è stato prolungato, tanto che la BCE ha esteso il proprio programma di acquisto titoli. Tuttavia la tendenza all’appiattimento ha lasciato il posto a una forte ripresa dei corsi nel secondo semestre. Secondo Ibrahima Kobar, co-chief investment officer e head of fixed income di Natixis Asset Management, le incertezze e il rischio politico domineranno il 2017. In questo contesto, Natixis Asset Management si attende performance degli indici obbligazionari da neutrali a positive.
Azionario Europa
Dal lato delle azioni, in un contesto di crescita e di inflazione che restano deboli, l’elezione di Donald Trump ha accelerato le aspettative di crescita dei prezzi, rappresentando un elemento di rottura con il trend del consolidamento fiscale. “In Europa, la configurazione è differente, ma le azioni hanno seguito il movimento della Borsa americana accentuando la rotazione settoriale che è partita a metà anno”, dichiara Yves Maillot, head of European Equities. “I ciclici e i bancari hanno corretto rapidamente parte del loro sconto, a danno dei titoli difensivi”. Nella seconda parte del 2017 “sarà necessario un ritorno sui difensivi poiché la ripresa della crescita sarà più limitata in Europa. Infine, l’aumento dei profitti delle società a piccola e media capitalizzazione rende questo comparto più attraente rispetto a quello delle società a larga capitalizzazione”.
Asset Allocation
Secondo Franck Nicolas, Head of investment & client solutions di Natixis Asset Management, il 2017 potrebbe essere l’anno di rottura delle relazioni esistenti tra le varie classi di attivi. “Questo cambiamento arriva in un momento in cui gli asset rischiosi sono molto sopravvalutati, a causa di una politica monetaria accomodante che va avanti da più anni, e ciò può creare una disaffezione durevole in grado di manifestarsi per più mesi sotto forma di stagnazione delle Borse”, spiega Franck Nicolas. “Oggi siamo positivi sulle azioni americane, anche se sono un po’ sopravvalutate. Nella seconda parte dell’anno, prenderemo senza dubbio i nostri profitti e, se le curve dei tassi dovessero aumentare l’inclinazione, aumenteremo la nostra allocazione sulle obbligazioni Usa. In Europa, sottopeseremo sia le azioni sia i tassi. Infine, sui mercati emergenti, le selezione sarà la parola d’ordine: anche se i fondamentali sono in via di stabilizzazione, l’aumento del dollaro potrebbe essere un freno per la crescita di alcune aree”, conclude Franck Nicolas.