Mercati poco mossi all’indomani di Bce&Draghi. La corsa dell’euro prosegue, nel mirino 1,21$
Mercati europei esitanti nell’ultima seduta della settimana, in uno scenario in cui si guarda all’avanzata dell’uragano Irma e in cui riecheggiano le dichiarazioni del presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, che ha definito il rafforzamento dell’euro una “fonte di incertezza” nonostante la crescita dell’eurozona sia solida. Una fonte di preoccupazione per le sue implicazioni sullo scenario inflattivo (sono state, infatti, riviste al ribasso le stime sull’inflazione). Certo Draghi ha precisato che il cambio non è un target della Bce, ma ha ammesso che questo livello è “molto importante” in virtù delle future mosse della Bce. E ha osservato che il rafforzamento riflette in parte le buone condizioni del ciclo europeo, e in parte la debolezza del dollaro. Partendo da queste considerazioni di Draghi, soprattutto il riferimento all’andamento del dollaro, Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia Capital Partners, motiva la reazione del mercato. “L’overshooting dell’euro – spiega Sersale nel suo commento giornaliero – ha parecchio a che vedere con una fase di estrema debolezza del dollaro. In quanto tale sfugge in parte al controllo della Bce, che nel esporsi per cercare di contenerla rischia di sprecare risorse e capitale in termini di credibilità. Per questo motivo il consiglio direttivo ha scelto di esprimere preoccupazione e attenzione, ma di evitare un attacco frontale alla divisa. La reazione è stata coerente”.
“Crediamo che con la riunione di ieri la Bce abbia ufficialmente riconosciuto la centralità del cambio nelle decisioni di politica monetaria, cosa che sinora non era mai stata conclamata così apertamente”, commenta Vincenzo Longo, market strategist di IG, secondo il quale (alla luce della reazione dell’euro sul forex) il mercato non sembra intimorito dalle minacce di Draghi e guarda forse con maggiore interesse all’annuncio del tapering già nel meeting di ottobre, contrariamente ai rumors circolati la scorsa settimana di uno slittamento a dicembre. Sul cambio Eur/Usd Ig conferma le aspettative di medio periodo a 1,22, con possibili discese anche violente in area 1,17.
Intanto, sul mercato forex, la valuta unica ha provato stamattina ad avvicinarsi ulteriormente alla soglia di 1,21, toccando quota 1,2092 (livello che non vedeva da gennaio 2015). Dollaro che paga le tensioni geopolitiche tra Corea del Nord e Stati Uniti, ma l’avanzata dell’uragano Irma che si sta avvicinando alle coste statunitensi. Le Borse europee mostrano invece un atteggiamento prudenti e si muovono sotto la parità: il Ftse 100 cede lo 0,29% a 7375,9 punti, mentre il Dax di Francoforte e l’indice parigino Cac40 lasciano sul terreno rispettivamente lo 0,12% a 12281,9 punti e lo 0,38% a 5095,4 punti. Prosegue, lato commodity, la corsa dell’oro che viaggia in area 1.358,40 dollari l’oncia, mentre il Wti rimane sotto quota 49 dollari al barile.