Mercati, quali sono i 10 errori di investimento più comuni
Quando si fanno degli investimenti è fondamentale evitare errori che possono compromettere i propri obiettivi di rendimento. Qui abbiamo raccolto 10 degli sbagli più comuni tra quelli commessi abitualmente e ciclicamente dagli investitori.
Spesso infatti ci si concentra sulle regole da seguire negli investimenti, meno di frequente invece si guarda a quali errori evitare per operare più agevolmente sui mercati finanziari. Vediamo di quali si tratta un po’ più nel dettaglio.
L’elenco degli errori più diffusi
- Il primo sbaglio diffuso è la diversificazione insufficiente. L’investitore tende a concentrare il proprio portafoglio su ciò che conosce meglio, così facendo aumenta i rischi.
- Un altro errore comune riguarda proprio il rischio. Quando un investitore compone il portafoglio, il più delle volte sottostima i rischi. Oppure, al contrario, enfatizza la volatilità di breve periodo scordando i vantaggi del lungo termine.
- Il terzo è quello di trascurare l’inflazione, tema quanto mai attuale con gli aumenti dei prezzi record degli ultimi mesi. L’obiettivo dev’essere quello di avere un portafoglio dalla redditività media superiore rispetto al tasso d’inflazione.
- Il quarto riguarda la mancanza di una strategia efficace. Molti costruiscono un portafoglio con il tipico approccio dal basso verso l’alto, ma senza una cabina di regia e una selezione dei titoli appropriata questo non porta risultati positivi.
- Il quinto è la scarsa preparazione. Quando le cose vanno bene il senso di overconfidence aumenta. E così gli investitori si accostano ai mercati senza adeguate competenze. Il tutto si rivolta contro nel momento in cui le cose vanno male.
- Il sesto è la sottovalutazione dei costi. Elemento fondamentale da cui dipende la redditività di lungo periodo di un portafoglio. Evitare strumenti cari ed inefficienti come fondi comuni, certificates, polizze e quant’altro scegliendo, invece, prodotti efficienti come gli ETF è il primo passo per migliorare gli utili.
- Il settimo è l’errato orizzonte temporale. Quando si tratta di scegliere il periodo per valutare i risultati gli investitori diventano miopi. Si tende a sottostimare il proprio orizzonte dimenticando che la maggior parte di noi investe fino che è vivo.
- L’ottavo è nutrire aspettative irrealistiche. I risparmiatori tendono a inseguire le performance, non si limitano a detenere quegli strumenti finanziari che hanno reso di più nel recente passato ma pensano anche che i rendimenti elevati siano la norma. Ovviamente non è così, puntare a una crescita sostenibile nel tempo anziché istantanea è la scelta migliore
- Il nono è farsi condizionare dalle emozioni. Ci sono tantissimi studi sulla finanza comportamentale che hanno evidenziato quali sono i Bias più impattanti per gli investitori: avversione alle perdite (loss aversion), action bias, recency bias, comportamento gregario e autobiasimo, procrastinazione.
- Decimo e ultimo, last but not least, come si suol dire, lo sbaglio forse più grave: non investire. Tenere i soldi fermi sul conto corrente farà perdere solo valore al proprio capitale, dato che questa soluzione non permetterà di accumulare interessi. Una scelta che in un orizzonte di lungo periodo potrebbe costare anche decine di migliaia di euro.