Mercati europei molto volatili dopo parole di Draghi, occhi puntati al meeting Fed di fine mese
Ultima settimana all’insegna della cautela per i principali mercati mondiali con gli operatori che attendono l’esisto delle prossime riunioni delle banche centrali prima di prendere posizione. I listini hanno fatto fatica a digerire i messaggi che sono arrivati giovedì scorso dalla Banca centrale europea. Se in un primo momento il comunicato della Bce ha scaldato i mercati con il cambio della forward guidance che fa intendere la possibilità di tassi più bassi nei prossimi mesi, le parole di Mario Draghi hanno avuto l’effetto opposto e hanno raffreddato le attese, sottolineando che l’istituto di Francoforte attenderà di vedere le prossime proiezioni su Pil e inflazione prima di adottare nuove misure di politica monetaria.
Quindi, tutto pronto in Bce per la svolta d’autunno. L’Euotower pensa anche al riavvio del QE e a misure per calmierare gli effetti dei tassi negativi sulle banche. Il Consiglio direttivo si attende che i tassi di interesse di riferimento della Bce si mantengano su livelli “pari o inferiori” a quelli attuali almeno fino alla prima metà del 2020 e in ogni caso finché sarà necessario per garantire la costante e sostenuta convergenza dell’inflazione con i suoi obiettivi a medio termine. Adesso cresce l’attesa per la prossima riunione della Fed prevista per il 30 e 31 luglio.
Per quanto riguarda la questione commerciale tra Cina e Stati Uniti, ci sarebbe la possibile ripresa dei colloqui. Secondo quanto riferisce “The Wall Street Journal”, una delegazione Usa guidata dal rappresentate al commercio, Robert Lighthizer, e dal segretario del Tesoro, Steven Mnuchin, potrebbe volare a Shanghai per i colloqui la prossima settimana.
Sui mercati tiene ancora banco la stagione degli utili che è partita anche in Italia con i conti di alcune big di Piazza Affari. Dagli Usa sono arrivati i numeri di Alphabet e quelli di Amazon. Tech sotto i riflettori anche per l’annuncio di Apple che ha rilevato la maggioranza della divisione chip modem di Intel, in un deal da 1 miliardo di dollari.
In tale scenario, i trader hanno preferito operazioni di breve, tramite l’uso di prodotti a leva prevalentemente su indici azionari e singoli titoli. Il certificato più scambiato è stato il Turbo Long sul FTSE MIB con 7 contratti e circa 875 mila euro di controvalore. Il certificato, con ISIN NL0013492135 e Strike a 17.500 punti, mostra una leva di 5,12 volte e distanza dal Knock Out di circa il 19,3%. La scadenza è il 20 dicembre 2019.
Molto utilizzato anche il Turbo Short sul FTSE MIB (ISIN: NL0013408669) con leva importante di 26 volte e una distanza dal Knock Out del 3%. Strike a 20.500 punti e scadenza il 20 settembre 2019. Ammonta a oltre 701 mila euro il controvalore scambiato su questo prodotto, per un totale di 201 contratti.
Infine, molto apprezzato anche il Mini Short su DOW JONES (ISIN: NL0012662860) che ha una leva importante vicina alle 21 volte e una distanza dal Knock Out dell’1,6%. Strike a 28.504,36 punti e scadenza il 16 dicembre 2020. Il controvalore è di circa 450 mila euro, con 29 contratti.