Mercati europei: fallito il rimbalzo, Ftse Mib sotto 17mila punti. Cina chiusa per festività Capodanno
Dopo un timido tentativo di rimbalzo visto in avvio di giornata, i mercati europei sono nuovamente finiti sotto i colpi delle vendite, come è accaduto nelle passate sedute. E la volatilità è tornata a farla da padrona sui listini del Vecchio continente che sono reduci da un gennaio di forti ribassi. In questo momento il Cac40 scivola del 2,28% a 4105 punti, mentre il Ftse 100 e il Dax cedono rispettivamente l’1,56% a 5758,2 punti e il 2,07% a 9095,7 punti. Perdite anche a Piazza Affari, con l’indice Ftse Mib che è scivolato sotto quota 17.000 punti, soglia che non veniva violata dal 6 settembre del 2013. In questo momento il listino milanese cede oltre 1,5 punti percentuali a 16.960 punti, con una raffica di sospensioni per eccesso di ribasso. A pesare sull’umore degli indici europei i rinnovati timori di un rallentamento della crescita globale,
Mentre i mercati cinesi rimarranno chiusi per l’intera settimana per le festività del Capodanno, gli operatori continuano, infatti, a ponderare i dati sul mercato del lavoro statunitense diffusi venerdì scorso. Le indicazioni giunte sono state contrastanti: da una parte hanno deluso le attese le non-farm payrolls che a gennaio hanno evidenziato la creazione di 151 mila nuovi posti di lavoro, sotto il consenso Bloomberg paria 190 mila nuove unità e in calo dai 292 mila di dicembre. Migliore delle aspettative la crescita dei salari: il salario medio orario è risultato in crescita del 2,5% a gennaio, in linea con il dato di dicembre e oltre il +2,2% delle attese di consensus. A gennaio il tasso di disoccupazione si è attestato al 4,9%, sotto la soglia del 5% per la prima volta dal febbraio 2008. In primo piano rimane il dibattito sul timing del prossimo rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve (Fed) dopo l’intervento dello scorso dicembre.
“Complessivamente il quadro domestico è positivo ma i rischi derivanti dalle incertezze a livello globale non sono di facile valutazione e affinché il dollaro possa recuperare tutta la correzione della settimana scorsa ci vorrebbe un netto miglioramento, probabilmente congiunto, delle condizioni sia esterne sia interne – affermano gli esperti dell’ufficio studi di Intesa Sanpaolo -. La settimana entrante non sembra quella candidata a fornire questo tipo di contesto, ma sarà molto importante per l’intervento di Yellen in sede di presentazione del Monetary Policy Report mercoledì. È possibile che Yellen mantenga una posizione cauta, pur ribadendo che il quadro domestico rimane favorevole“.
In una giornata priva di market mover di rilievo i listini del Vecchio continente continuano a seguire l’andamento del petrolio, che ora si muove in territorio negativo: in questo momento il Brent cede lo 0,9% a 33,82 dollari al barile, mentre il Wti cala dell’1,32% a 30,57 dollari al barile.