News Notizie Italia Mercati: default Grecia incombe, ma sì al referendum creerebbe occasione d’acquisto (analisti)

Mercati: default Grecia incombe, ma sì al referendum creerebbe occasione d’acquisto (analisti)

Pubblicato 29 Giugno 2015 Aggiornato 19 Luglio 2022 15:57
La decisione di Tsipras di indire un referendum in Grecia e la campagna per il voto "no" rende decisamente più complicato il rebus Grecia per i mercati che guardano con forte apprensione al responso delle urne del 5 luglio.
Le trattative tra Atene e creditori riguardavano un'estensione del programma in atto, che formalmente termina domani. Una prevalenza del "si" al referendum potrebbe semplicemente rivitalizzare il programma. "In realtà, però - sottolinea Luca Gianelle, Client portfolio manager di Russell Investments - il referendum è un voto se lasciare o meno la zona euro". Non è inoltre esclusa la possibilità di un accordo può essere raggiunto prima del referendum anche se appare molto improbabile. Perché Tsipras sta percorrendo questa strada? "Sinceramente non sappiamo e non comprendiamo. Probabilmente dovrà dare le proprie dimissioni in caso prevalga il si. Più probabilmente, vuole posizionarsi in caso di elezioni lampo", commenta Gianelle.
Sorge anche una domanda su come la Bce valuterà il collaterale garantito dal governo greco. "Draghi è in una posizione estremamente difficile - aggiunge l'esperto di Russell Investment - . Ha fatto capire chiaramente che non vuole che la Bce decida se la Grecia può rimanere o meno nella zona euro. A suo avviso deve essere una decisione politica. Forse può aspettare a prendere una decisione fino a dopo il referendum, ma il probabile default di domani (martedì 30 giugno) rende questo breve rinvio piuttosto difficile. Come investitori, crediamo che Draghi farà tutto il possibile per prevenire una crisi di liquidità".
A livello di probabilità, il Client portfolio manager di Russell Investments vede al 10% quella di un raggiungimento di un accordo rispetto al 50% pronosticato prima della rottura dei negoziati. Più probabile (60%) il default con il paese che impone controlli ai capitali ma rimane nella zona euro (un po' come Cipro) (60%). "La combinazione di un default domani e di un voto "si" domenica potrebbe solidificare questo scenario", sottolinea Gianelle che ritiene tale scenario come un'occasione di acquisto "ma attendiamo un segnale decisivo, una nuova azione della Bce o un accordo di qualche tipo".
Ultima via, la peggiore, è un default con la Bce che ritira il supporto ELA costringendo il governo greco a istituire controlli ai capitali, iniziando il processo di uscita dall'euro (30%). "Questo scenario è diventato più probabile ma non è ancora il nostro scenario con maggiori probabilità".