Notizie banche Mediolanum si sfila da “risiko incrociato”: esce da Mediobanca e incassa 548 mln. Titoli sotto pressione

Mediolanum si sfila da “risiko incrociato”: esce da Mediobanca e incassa 548 mln. Titoli sotto pressione

1 Luglio 2025 10:46

Mediolanum esce da Mediobanca a pochi giorni dal nuovo piano dell’ad Nagel e dal possibile avvio dell’offerta pubblica di Montepaschi. L’istituto bancario guidato dalla famiglia Doris si sfila così dal risiko incrociato su Piazzetta Cuccia e incassa 548 milioni. Membro storico del patto di sindacato, ha avviato un collocamento per cedere sul mercato, quindi essenzialmente ai fondi, tutte le 29,1 milioni di azioni detenute, circa il 3,5% del capitale.
A metà di questa settimana, intanto, è atteso intanto il via libera della Consob al prospetto informativo per l’offerta pubblica di scambio di Mps che, dopo il passaggio al cda di Piazzetta Cuccia, che verosimilmente si terrà la settimana successiva, sarà pronta per partire dal 14 luglio.
Guardando alla Borsa Mediobanca ha avviato la seduta in forte calo a -3,42%, scivola anche Mps a -1,99% e altri titoli del comparto bancario, come Unicredit a -0,77%, Banco Bpm (-0,18%) e Intesa (a -0,40%).

L’operazione finanziaria

Banca Mediolanum, per conto proprio e di Mediolanum Vita, ha perfezionato la vendita di 29.095.110 di azioni di Mediobanca, pari al 3,5% del capitale sociale di Mediobanca, a un prezzo pari a 18,85 euro per azione. Il controvalore lordo del collocamento ammonta a 548,4 milioni. La cessione è stata effettuata attraverso un processo definito “accelerated bookbuilding” presso investitori istituzionali.
Il gruppo Mediolanum, spiega in una nota, ha eseguito questa operazione “in coerenza con la natura finanziaria e non strategica della partecipazione e in linea con il proprio percorso di crescita organica che da sempre privilegia solidità ed efficienza patrimoniale”.

L’operazione strategica

Una scelta con cui, di fatto, Mediolanum si sfila dalla contrapposizione innescata dall’offerta di Mps che avrebbe obbligato Doris a scegliere se consegnare le azioni all’offerta di scambio lanciata da Siena oppure favorire la strategia dell’attuale ad di Mediobanca, Alberto Nagel.
Nagel ha prima annunciato l’Ops su Banca Generali mettendo sul piatto il 13,1% del capitale del Leone, poi ha rinviato al 25 settembre l’assemblea di Piazzetta Cuccia che, per la passivity rule, doveva approvare l’offerta. Inoltre, venerdì scorso ha aggiornato al 2028 gli obiettivi del piano per renderli confrontabili con quelli del Monte dei Paschi e dar modo agli azionisti di scegliere a quale opzione aderire.
Uscendo dal patto di consultazione di Piazzetta Cuccia che raccoglieva l’11,61%, ora questo è composto da circa l’8,1%: nell’ accordo parasociale resta lo 0,96% di Finprog, la holding della famiglia Doris che potrebbe nel caso scegliere un’altra modalità di vendita per lasciare Mediobanca.

Anche un socio storico di Mediobanca come Beniamino Gavio starebbe valutando la possibilità di vendere sul mercato il suo intero pacchetto azionario. Negli ultimi sei mesi, Gavio e la holding di famiglia Aurelia hanno fatto trading sulle azioni di Piazzetta Cuccia con l’ultimo blitz venerdì: in due distinte operazioni su 125mila azioni è stato ceduto lo 0,03% di Mediobanca, per una cifra vicina a 5 milioni di euro. A gennaio il gruppo Gavio aveva lo 0,82% di Mediobanca all’interno del patto di consultazione; a fine giugno la partecipazione è scesa allo 0,62% e con il prossimo aggiornamento potrebbe pesare ancora meno.  La scelta è stata invece già presa da Vittoria Assicurazioni, controllata dalla famiglia Acutis, che il 20 giugno ha ceduto tutto il suo 0,27%.