Notizie Notizie Italia Mediobanca tira le fila della partita Generali. Per analisti ripercussioni post Geronzi

Mediobanca tira le fila della partita Generali. Per analisti ripercussioni post Geronzi

7 Aprile 2011 07:15

Non è ancora a finita a Trieste. E’ previsto per venerdì 8 aprile un consiglio di amministrazione delle Generali. Verrà nominato il nuovo presidente dopo le dimissioni di Cesare Geronzi. Con l’uscita di scena dalla presidenza delle Generali, Geronzi lascia anche il cda e gli altri incarichi ricoperti in rappresentanza del Leone di Trieste. Il banchiere di Marino non siederà più nei patti di sindacato di Rcs, Mediobanca e Pirelli. Una svolta che secondo quanto si apprende negli ambienti finanziari sarebbe maturata nel fine settimana, con Mediobanca, azionista di riferimento della compagnia triestina convinta di dover trovare una soluzione al problema di governance emerso sotto la presidenza di Geronzi e arrivare a un cambiamento anche culturale. Nell’epilogo della partita Generali, è stata Piazzetta Cuccia a mostrare i muscoli e a porsi con forza al centro della grande Galassia. Ed è proprio lì che si giocherà nelle prossime ore la vera finale di questo match.

Nella svolta trovata a Piazza Venezia a Roma – cui era stato informato preventivamente anche il Tesoro – un nuovo soggetto cruciale negli snodi del salotto buono si impone accanto a Mediobanca, dopo un costante lavoro di mediazione svolto ormai da mesi sotto traccia: si tratta del plenipotenziario della De Agostini, Lorenzo Pellicioli, da ultimo direttamente impegnato con Piazzetta Cuccia nella ricerca di una soluzione, e in collegamento con gli altri sette frondisti che hanno forzato la convocazione del Cda straordinario del redde rationem. E l’influenza del raggio di azione di Mediobanca continuerà. Sarà, infatti, sempre la banca milanese a indicare come promesso in tempi brevissimi il sostituto di Geronzi: oggi ci sarà un consulto tra i grandi azionisti della compagnia e domani la palla passerà al board del Leone che dovrà decidere il nuovo presidente. A Trieste si va verso una presidenza di Gabriele Galateri, che non sarà riconfermato alla presidenza di Telecom ed era al vertice di Mediobanca prima dell’arrivo di Geronzi.

Tra le ipotesi principali per il vertice delle Generali si fanno anche i nomi dell’ex ministro Domenico Siniscalco, già candidato di peso lo scorso anno per il vertice di Intesa, che non sarebbe però stato sondato. Secondo quanto scrive Il Sole 24 Ore c’è chi punterebbe su Mario Monti, ex commissario europeo e oggi alla presidenza dell’Università Bocconi. E ancora, tra i candidati figurerebbe anche il superconsulente Roland Berger, membro del consiglio di Fiat e capo-controllore del gruppo Roland Berger. Ma, al di là del toto nomine, sarà proprio a Mediobanca che ci saranno le ripercussioni più forti dello scossone delle Generali. Lo si è già visto ieri sul mercato. “Il riassetto in corso nella governance di Generali ha avuto immediate ricadute positive per Mediobanca (ieri +4,8%), che ne è maggiore azionista con una quota del 13,2%”, osserva Marco Sallustio di Centrosim nel report uscito questa mattina.

“Resta da vedere se ci saranno conseguenze sul patto di sindacato della stessa Mediobanca, in cui figurano azionisti francesi considerati vicini a Geronzi: la Fin. Perguet del finanziere bretone Vincent Bollorè con il 5%, Groupama con il 3,1% e il Santander con l’1,8%”, segnala l’esperto della sim milanese. “Non è da escludere l’ipotesi di un rinnovo del patto che ridimensioni significativamente i soci francesi, anche in considerazione delle recenti tensioni su altri fronti aperti come Parmalat e Fondiaria Sai. Il titolo ci sembra correttamente valutato, trattando su valori molto prossimi alla somma-delle-parti in cui Generali vale circa 3,8 euro per azione e le attività bancarie a 4,3 euro”. Alleato di Bollorè sono proprio quei francesi di Groupama tornati all’attacco in questi giorni su Fondiaria Sai, socio sindacato di Mediobanca, cercando di sfruttare la debolezza del gruppo Ligresti.

Se il blitz d’Oltralpe fosse andato in porto qualche settimana fa avrebbe modificato anche gli equilibri di potere in Piazzetta Cuccia. La situazione in realtà a Firenze è ancora in movimento: dopo le indiscrezioni di ieri, fonti vicine alla compagnia francese avrebbero confermato l’interesse di Groupama per una quota intorno al 17% – 20% di Fondiaria-Sai. Tanto che ci sarebbe una richiesta inviata ad Isvap di autorizzazione per l’acquisto di una partecipazione superiore al 10%. “L’ingresso di un socio industriale a vocazione internazionale, in un orizzonte temporale di mediolungo periodo, potrebbe dar luogo a sinergie industriali e geografiche a beneficio del business”, segnalano alcuni analisti, ricordando che la compagnia francese ha sottolineato infatti più volte la strategicità del mercato italiano. La palla passa all’Isvap che, difficilmente, potrà opporsi alle intenzioni francesi, politica permettendo. Come nel primo tempo di un film già visto, il blitz di Parigi su Fondiaria Sai non era piaciuto a Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca. E adesso con il vento contrario che spira dalla Francia è difficile aspettarsi un finale inaspettato.