Notizie Notizie Italia Mattarella blinda Bankitalia. Timori su Commissione d’inchiesta banche: non avrà troppi poteri?

Mattarella blinda Bankitalia. Timori su Commissione d’inchiesta banche: non avrà troppi poteri?

29 Marzo 2019 09:32

Commissione d’inchiesta sulle banche: non avrà fin troppi poteri? E’ il dubbio che assilla il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ieri ha convocato al Quirinale i presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Maria Elisabetta Casellati per discutere della questione.

Mattarella ieri ha parlato anche con il numero uno di Bankitalia Ignazio Visco, che non ha nascosto i suoi timori su una eventuale ingerenza del governo M5S-Lega nel capitolo nomine.

Nomine che ieri sono state decise e annunciate dal Consiglio superiore di Bankitalia, su proposta del governatore Ignazio Visco. Così si legge nella nota con cui sono stati comunicati i nomi dei designati alle cariche:

Il Consiglio superiore di Bankitalia, “in seduta straordinaria ha nominato direttore generale Fabio Panetta, già membro del direttorio come vicedirettore generale, con decorrenza dal 10 maggio 2019. In conseguenza di questa nomina -si legge ancora – per integrare il direttorio, il Consiglio superiore ha nominato vicedirettori generali Daniele Franco e Alessandra Perrazzelli, con analoga decorrenza”.

Panetta prenderà il posto dell’attuale direttore generale Salvatore Rossi che, in una lettera inviata ai dipendenti lo scorso 19 marzo, ha reso noto di non essere disponibile a un rinnovo dell’incarico, la cui scadenza naturale è prevista per il prossimo 9 maggio. La lettera era arrivata dopo che il governo M5S-Lega aveva duramente attaccato i vertici di Bankitalia, auspicandone un ricambio.

I timori di Viscco si spiegano con il caso del vicedirettore Luigi Federico Signorini, il cui mandato è scaduto lo scorso 11 gennaio. Da allora, Signorini è in stand-by, visto che la conferma è stata bloccata dall’esecutivo, in particolare bloccata per i veti del M5S manifestati durante il consiglio dei ministri del 7 febbraio.

C’è da dire comunque che il Consiglio superiore di Bankitalia ha comunque confermato Luigi Federico Signorini.

I cambiamenti annunciati ieri dal Consiglio superiore di Bankitalia a questo punto dovrebbero essere varati con un decreto del presidente della Repubblica, dopo il passaggio dal Consiglio dei Ministri, come prevede l’art. 18 dello statuto.

E’ quel passaggio al Consiglio dei Ministri che preoccupa Visco e, di conseguenza, anche Bankitalia. Questi nomi, ed è qui il nodo da sciogliere, piacciono abbastanza all’esecutivo giallo-verde, che non ha mancato di sferrare più di una volta attacchi pesanti contro Bankitalia, auspicandone la discontinuità?

Così il Corriere della Sera ha commentato l’incontro tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il numero uno di Bankitalia, Ignazio Visco.

“Su indicazione dello stesso governatore (di Bankitalia) il Consiglio superiore si stava preparando a indicare tre nomi nel direttorio di Via Nazionale: la promozione di Fabio Panetta a direttore generale e numero due dell’istituto, l’ingresso come vicedirettori generali di Daniele Franco e Alessandra Perrazzelli. Il tema che Visco ha indicato a Mattarella non riguardava le tre persone, ma il metodo: secondo la legge italiana e l’ordinamento europeo l’istituto di Via Nazionale «è indipendente», ha ripetuto il governatore ieri. È ai suoi organi che spetta di indicare le proprie figure di vertice, meno quella del governatore stesso: senza interferenze, neanche indirette, da parte del potere politico”.

“Visco ha spiegato al Quirinale che teneva al fatto le tre nuove nomine passassero in un solo pacchetto, senza enucleare quella del solo Panetta”.

Il Corriere ha precisato a tal proposito come il numero uno di Bankitalia fosse “preoccupato che nel governo Conte qualcuno cercasse di spacchettare la nomina di Panetta, non controversa, per fermare invece le altre due. Daniele Franco, ragioniere dello Stato in uscita, era stato oggetto di attacchi dei 5 Stelle durante la stagione di bilancio in autunno. E Alessandra Perrazzelli, ex amministratore delegato di Barclays in Italia, ha un profilo molto adatto ai negoziati sulla banche in Europa ma non è una figura nota ai giallo-verdi”.

Matterella ha ascoltato Visco; dal canto suo, il timore è sui poteri eccessivi che la commissione di inchiesta sulle banche tanto voluta da Luigi Di Maio & Co. potrebbe detenere. Così Il Corriere:

“Il capo dello Stato non è contrario alla commissione – scrive il Corriere -, ma trova strano che il suo mandato sia così ampio: si dovrebbe occupare di banche, assicurazioni (vigilate da Banca d’Italia), agenzie di rating e dunque dell’intero rapporto fra Paese, mercati finanziari e sistema di governo europeo. Il Quirinale non lo dice apertamente, ma vuole evitare che una commissione con un mandato così vasto si trasformi in un sistema di pressione su Via Nazionale e altri attori pubblici o privati. O che sia disegnata per mettere in scena audizioni aggressive, spettacolari ma alla fine senza costrutto a figure dei mercati, delle istituzioni italiane o di quelle europee. La caccia pubblica al capro espiatorio non sarebbe il modo migliore per portare il Paese fuori da una recessione che, da nove mesi”.

Di conseguenza, come riporta il quotidiano La Repubblica, l’incontro con Fico e Casellati ha avuto come obiettivo quello di “fare moral suasion per mettere al riparo l’indipendenza dell’organo centrale” (di Bankitalia). Di fatto, “il Quirinale vuole che la Banca d’Italia sia messa a riparo da ogni governo e che la sua indipendenza venga tutelata. La commissione, presentata da grillini e leghisti come la rivincita del popolo contro ‘establishment’ e la Banca d’Italia, per di più guidata dall’ex conduttore della ‘Gabbia’, il 5S Gianluigi Paragone, impone un supplemento di riflessione”

Una risposta a Mattarella è arrivata proprio poco fa dal vicepremier e leader del M5S, Luigi Di Maio:

La commissione d’inchiesta sulle banche, ha detto Di Maio, “deve essere avviata il prima possibile per mettere la giustizia sociale al centro delle dinamiche bancarie. Gli italiani hanno il diritto di conoscere la verità sulle crisi che hanno bruciato così tanti risparmi”.

Così, lo scorso 25 marzo, il M5S aveva perorato la causa della creazione di una commissione d’inchiesta sulle banche:

“Presenteremo degli emendamenti decisivi, che rispondono a battaglie storiche del Movimento 5 stelle in tema di banche, nei prossimi provvedimenti. Ci riferiamo all’inasprimento delle pene per i reati bancari, al tetto per il compenso dei manager di banche partecipate dallo Stato, allo co-azione da parte dei manager per riparare eventuali futuri danni da parte della gestione della banca, alla trasparenza sui crediti deteriorati. Impediremo le porte girevoli tra autorità vigilanti e banche vigilate. E’ assurdo che chi compie truffe bancarie rischi di cavarsela solo con 3 mesi di carcere. E’ arrivato il momento di riformare le regole sulla vigilanza bancaria sia in Italia che in Europa”.