Marea nera: BP, sale a 3,12 mld di dollari il conto per ripulire il Golfo del Messico
Diventa di settimana in settimana sempre più “salato” il conto di BP per ripulire l’oceano. Questa mattina il colosso petrolifero britannico ha annunciato di avere già speso circa 3,12 miliardi di dollari per ripulire la macchia nera nel Golfo del Messico, mentre il petrolio continua a riversarsi in mare dallo scorso 20 aprile, giorno in cui è esplosa una delle piattaforme marine del gruppo, la piattaforma Deepwater Horizon. Ma la nuova, ennesima batosta non mette sotto pressione BP in Borsa. Il titolo della compagnia petrolifera inglese segna sul listino di Londra una crescita di oltre il due per cento, scambiando a 328,75 pence.
Nel fine settimana il caso BP ha continuato a tenere banco. Secondo quanto riportato dal Sunday Times il big britannico sarebbe alla ricerca di nuovi investitori che possano acquistare una partecipazione pari a circa il 5/10%. Per il quotidiano The Guardian, BP sarebbe in trattativa con Kuwait Investment Office per aumentare la partecipazione nel gruppo inglese. Il gruppo d’Oltremanica tiene la bocca cucita non commentando l’indiscrezione.
Ma le voci circolate nel fine settimana hanno riguardato anche i vertici di BP. La società oil sarebbe infatti pronta a mettere alla porta alcuni dei suoi dirigenti, primo tra tutti il presidente Svanberg, accusato di non aver saputo gestire adeguatamente la crisi. Lo ha riportato il Financial Times. I licenziamenti, scrive il quotidiano economico inglese, saranno effettivi una volta che verrà chiuso il pozzo nel golfo del Messico. Volendo ipotizzare una data, si pensa verso la metà del mese prossimo. Tra i possibili addii c’è anche quello dell’amministratore delegato Tony Hayward.