Gli Stati Uniti tornano a bruciare posti di lavoro anche se la disoccupazione scende al 9,5%
Scende la disoccupazione negli Stati Uniti ma a giugno per la prima volta nel 2010 è tornato a scendere il numero degli occupati. I dati di giugno diffusi dal Bureau of Labor Statistics del Dipartimento del Lavoro statunitense evidenziano una flessione di 125 mila unità degli occupati non agricoli negli Stati Uniti, sostanzialmente in linea con le attese. Il consensus era infatti di un calo di 130 mila unità. Scende invece a sorpresa il tasso di disoccupazione, passato dal 9,7 al 9,5 per cento, mentre il consensus era di un lieve rialzo al 9,8%. Tasso di disoccupazione che si è portato ai minimi dal luglio 2009. A fine 2009 era stata superata la soglia del 10%, sui massimi degli ultimi 26 anni. A maggio erano stati creati 433 mila posti di lavoro (dato rivisto da +431 mila). Dato che aveva beneficiato delle 411 mila assunzioni temporanee da parte del governo per lo svolgimento delle operazioni di censimento. A condizionare il dato di giugno è stato proprio il calo del numero degli occupati pubblici per le operazioni di censimento, che ormai sono arrivati alle fasi finali e quindi richiedono un numero minore di personale.
Per l’intero 2010 le attese del mercato sono di un tasso di disoccupazione al 9,6 per cento per poi scendere al 9,1 per cento nel 2011 e all’8% nel 2012.
La prima reazione del mercato è stata rialzista con future Us e indici azionari europei che hanno accelerato al rialzo con Piazza Affari arrivata a salire di oltre l’1% nei minuti successivi all’uscita del dato. Poi l’entusiasmo si è stemperato e alle 15.09 l’indice Ftse Mib sale dello 0,83% . Sul mercato valutario la reazione del dollaro è stata negativa andando a testare i minimi di giornata rispetto alle altre principali valute. In particolare il cross euro/dollaro si è portato a ridosso di quota 1,26 dollari, mentre il dollaro/yen si mantiene in area 87,5.