Manovra oltre 30 mld? Nodo coperture: subito reddito di cittadinanza e quota 100. Flat tax con tre aliquote
Dilemma coperture: è su queste che il governo M5S-Lega lavora alacremente, come ha confermato il premier Giuseppe Conte nella giornata di ieri, al termine del vertice sulla manovra che si è tenuto a Palazzo Chigi per il secondo giorno consecutivo. Conte ha incontrato il ministro dell’economia e delle finanza Giovanni Tria e il ministro degli Affari europei Paolo Savona e al termine della riunione, ha riferito ai giornalisti che “la nostra abilità sarà trovare le coperture e presentarvele, perché ci saranno tutte le riforme che riteniamo qualificanti del nostro programma di governo e nello stesso tempo troverete le coperture: siate pazienti ancora per un po’, ma ci siamo”.
Lo spread BTP-Bund rimane stabile attorno a 255 punti base (lo scorso venerdì aveva sforato quota 290), a fronte di tassi sui BTP decennali che viaggiano al 2,90% circa (lo scorso venerdì avevano superato la soglia del 3,20%).
“Non è che quando si discute di manovra economica si parla della spesa e non si parla di coperture – ha aggiunto il premier -E’ chiaro che in tutti questi incontri che stiamo facendo stiamo affinando, ormai stiamo entrando nei dettagli, non stiamo più parlando dei massimi sistemi, è chiaro perché come avrete saputo sono diversi incontri che stiamo dedicando alla manovra e fin dall’inizio abbiamo ragionato sulle coperture”.
Qualche ora prima del vertice, al termine della sua visita a Ischia, il presidente del Consiglio aveva mostrato tutta la sua intenzione a rispettare il contratto di governo, rispondendo a chi gli faceva domande sul reddito di cittadinanza e sulla flat tax:
“Siamo ambiziosissimi, quindi confermiamo tutto il programma. Adesso ci stiamo riunendo per un ulteriore incontro sulla manovra economica -aveva sottolineato- stiamo lavorando bene, state pur tranquilli che avvieremo tutte le riforme che riteniamo punti qualificanti del nostro contratto. Abbiamo fatto delle promesse agli italiani e siamo qui per mantenerle. Chiaramente vorremo 100, se non lo raggiungeremo saremo comunque a una percentuale molto alta: in ogni caso 100 lo raggiungeremo nel corso di questa legislatura”.
Inizia intanto a delinearsi la forma della legge di bilancio per il 2019, con i costi relativi. Dieci miliardi di euro dovrebbero essere convogliati per trasformare in realtà il sogno di molti italiani che hanno votato il M5S per la misura proposta del reddito di cittadinanza. La flat tax partirebbe con tre aliquote.
Così scrive il quotidiano La Repubblica:
“Tra i nove e i dieci miliardi per far partire subito il reddito di cittadinanza. In cerca di quindici per la “flat tax”, o comunque gli sgravi fiscali, che dovrebbero cominciare gradualmente – da tre aliquote – per arrivare a due in cinque anni. Nei primi mesi del 2019 si dovrebbe cominciare con l’aumento delle pensioni minime, da circa 500 euro a 780 (la cifra del reddito di cittadinanza). Il costo sarebbe intorno ai due miliardi. Un altro miliardo e mezzo sarà impiegato per la riforma dei centri per l’impiego, contando anche su fondi europei. Poi, da maggio o al massimo da luglio (probabilmente partendo prima dalle famiglie più bisognose e estendendo poi a tutte le altre) arriverà il reddito di cittadinanza per 8 milioni di persone. Almeno, nelle intenzioni del Movimento 5 stelle”.
Il quotidiano sottolinea che “è difficile capire dove si andranno a trovare i 15 miliardi che la Lega vorrebbe per cominciare con gli sgravi fiscali. Di certo, per ora, ci sono solo gli aiuti alle partite Iva fino a 100mila euro. Sulle aliquote Irpef, invece, quello messo nero su bianco durante il vertice è un piano pluriennale. Che comincerebbe da tre aliquote: al 21 per cento dai 15mila ai 28mila euro; al 38 tra i 28mila e i 75mila; e al 43 per chi sta sopra quella cifra. Gradualmente (in tre anni che potrebbero anche diventare cinque, visto che si tratta di una misura molto costosa) si vorrebbe invece arrivare a due aliquote, che si fermerebbero al 21 (da 15mila a 28mila euro) e al 33 per cento (dai 28mila in su)”.
Coperture: tutti i costi dei punti chiave contratto di governo
Confermata dunque una manovra da 30 miliardi? Ieri il tema delle coperture era stato affrontato anche dal presidente della Commissione di bilancio della Camera, Claudio Borghi, che aveva fatto una prima presentazione dell’imminente legge di bilancio. In un’intervista rilasciata al Diario del Web, oggi il deputato leghista torna a parlare della finanziaria, affermando che “restare intorno al 3% del rapporto deficit/Pil è la soluzione ottimale” (ma per Tria sarebbe invece essenziale restare anche sotto la soglia del 2%”.
Così La Stampa, che si concentra sulla vittoria dei 5 Stelle nei confronti del ministro Tria, per far partire subito il cavallo di battaglia del reddito di cittadinanza:
“Basteranno 30 miliardi? Continua a lievitare la manovra economica che a questo punto, secondo le indiscrezioni concesse dai partecipanti al vertice sulla legge di Stabilità, dovrebbe raggiungere o addirittura superare questa cifra. Numeri che, sommati ai 12,4 miliardi necessari per sterilizzare l’Iva, si gonfiano e raccontano di uno sviluppo politico interno al governo. Perché per la prima volta pare che il ministro dell’Economia Giovanni Tria abbia ceduto sul reddito di cittadinanza e concesso ai 5 Stelle di aprire il portafogli non per pochi miliardi ma per una decina. Meno rispetto ai 17 che servono secondo i calcoli del M5S, ma più di quelli finora ottenuti da Luigi Di Maio”.
Riguardo alle priorità della Lega, sempre La Stampa ricorda che “i leghisti puntano tutto sulle pensioni: il superamento della Fornero a partire dall’introduzione di Quota 100, somma tra età anagrafica e contributi versati. Il costo potrebbe essere contenuto grazie al limite minimo di età pari a 64 anni, per evitare di far sballare i conti dell’Inps. Secondo i leghisti peserebbe per 6-8 miliardi o qualcosina in più”.
Mentre La Repubblica ricorda che, in generale, “resta comunque una manovra molto onerosa, considerando che oltre 10 miliardi (12,4) servono già per la sterilizzazione dell’Iva e che il responsabile dell’Economia continua a dire di non voler andare oltre l’1,6 per cento di rapporto deficit pil”.