Manovra: nel mirino stretta pensioni e prelievo statali, rispunta l’ipotesi aumento Iva
E’ già riaperta la partita delle modifiche ai nuovi punti della manovra bis, decisi dal vertice di Arcore di inizio settimana. Nel mirino delle critiche è finita soprattutto la mini stretta (intervento da 500 milioni di euro nel 2013 e 1 miliardo nel 2014) sulle pensioni, che esclude dal calcolo dell’età contributiva (per chi va in pensione con 40 anni di contributi) gli anni riscattati del corso di laurea e del servizio militare. Una proposta che ha scatenato le critiche di sindacati e associazioni di categoria (soprattutto medici) e mobilitazioni su diversi siti internet. Secondo indiscrezioni di stampa il Governo starebbe già ripensando a rivedere questa norma e questa mattina è atteso un vertice al Tesoro tra i ministri Roberto Calderoli e Maurizio Sacconi.
Un altro punto critico riguarda la decisione di cancellare il contributo di solidarietà per le fasce di reddito medio-alte del settore privato. La rivolta si è accesa dopo la conferma del maxi prelievo per i dipendenti pubblici, varato con la manovra 2010. Per gli statali, quindi, resta in vigore un prelievo del 5% sopra i 90 mila euro e del 10% per la parte eccedente i 150 mila euro. Le ultime modifiche, inoltre, secondo i calcoli di diversi osservatori non sarebbero in grado di fornire il gettito da 45,5 miliardi di euro promesso all’Unione Europea e alla Banca Centrale Europea.
E così è già rispuntata l’ipotesi di aumentare l’Iva ordinaria dell’1-1,5%, che permetterebbe allo Stato di incassare circa 5 miliardi di euro. L’aumento dell’Iva, dato per certo prima del vertice di Arcore, aveva incontrato la decisa opposizione dei commercianti, con la Confocommercio che ha ribadito più volte che un incremento dell’Imposta sul valore aggiunto avrebbe effetti depressivi sui consumi e un impatto negativo sul Pil.
Nel frattempo inizia in commissione Bilancio del Senato l’iter per modificare il provvedimento, con ben 1.300 emendamenti (tra maggioranza e opposizioni) per cambiare di nuovo faccia alla manovra di Ferragosto. Ieri sono arrivati anche i dubbi di Bankitalia: “l’entità della manovra non può essere ridotta”, ha dichiarato Ignazio Visco, vicedirettore generale di via Nazionale, nel corso di un’audizione alla commissione Bilancio del Senato. Sempre nel corso dell’audizione, Bankitalia ha lanciato l’allarme sulle prospettive economiche del Paese.
Secondo Ignazio Visco, “l’aggiustamento dei conti, necessario per scongiurare uno scenario ancora più grave, avrà inevitabilmente effetti restrittivi sull’economia“. Il rischio, secondo la Banca d’Italia, è una fase di stagnazione e per questo motivo il riequilibrio dei conti “dovrà associarsi ad una politica volta al rilancio della crescita economica”. Da qui le deboli previsioni di crescita: Bankitalia vede per quest’anno una crescita del Pil italiano probabilmente sotto l’1% e ancora più debole nel 2012.