Dubbi di Bankitalia sulla manovra: avrà effetti restrittivi, Pil 2011 sotto l’1%
Dopo le modifiche alla manovra di Ferragosto decise dal vertice fiume di Arcore, arrivano i primi dubbi da parte della Banca d’Italia. “L’entità della manovra non può essere ridotta”, ha dichiarato Ignazio Visco, vicedirettore generale di via Nazionale, nel corso di un’audizione alla commissione Bilancio del Senato. Visco ha inoltre sottolineato che andrà costantemente monitorata l’attuazione delle misure correttive. Ieri è stato infatti profondamente modificato il decreto varato lo scorso 12 agosto dal Consiglio dei Ministri: via il contributo di solidarietà, salvi i piccoli Comuni, stretta sulle pensioni, Province eliminate e Parlamento dimezzato attraverso una riforma costituzionale. Escluso l’aumento dell’Iva ordinaria, dato quasi per certo alla vigilia del vertice di Arcore.
Sempre nel corso dell’audizione alla commissione Bilancio di palazzo Madama, Bankitalia ha lanciato l’allarme sulle prospettive economiche del Paese. Secondo Ignazio Visco, “l’aggiustamento dei conti, necessario per scongiurare uno scenario ancora più grave, avrà inevitabilmente effetti restrittivi sull’economia”. Il rischio, secondo la Banca d’Italia, è una fase di stagnazione e per questo motivo il riequilibrio dei conti “dovrà associarsi ad una politica volta al rilancio della crescita economica”. Da qui le deboli previsioni di crescita: Bankitalia vede per quest’anno una crescita del Pil italiano probabilmente sotto l’1% e ancora più debole nel 2012.
Bankitalia, dopo la manovra di Ferragosto, prevede inoltre una pressione fiscale da record nei prossimi anni. Il vicedirettore generale di via Nazionale ha dichiarato che la pressione fiscale salirebbe nel 2012 e nel 2013 rispettivamente dell’1,1% e dello 0,7%, mentre nel 2014 arriverebbe al massimo storico del 44,5%. La ricetta per alleggerire il cuneo fiscale? Due le ipotesi rilanciate da Palazzo Koch: l’aumento dell’Iva oppure il prelievo sugli immobili.
Infine un accenno al valore dello spread tra il Btp italiano a dieci anni e il Bund tedesco, tornato questa mattina in area 300 punti base dopo l’esito dell’asta Btp tenuta dal Tesoro. Il differenziale di rendimento tra il Btp e il Bund, secondo Visco, “è ancora molto elevato, anzi troppo elevato”.