Manovra, colpo di grazia a riforma Fornero? Avviso già pronto: Italia “rischia scontro frontale con Ue e boom spread”
La modifica della riforma Fornero, che Matteo Salvini vuole “smontare pezzo per pezzo”, entrerà nella manovra 2019: così come ci sarà l’introduzione della quota 100, cioè la possibilità di lasciare il lavoro quando si raggiunge 100 tra età anagrafica e anni di contributi versati. E’ quanto riporta l’Ansa, precisando che il costo della misura dovrebbe aggirarsi attorno ai 4 miliardi di euro, portando il costo della legge di bilancio a circa 26-27 miliardi. Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio lo conferma poi in un’intervista a Radio 24, annunciando anche che, a seguito del supervertice sulla manovra dello scorso venerdì, il governo si riunirà nuovamente domani:
“Dobbiamo superare la legge Fornero e dovremo farlo”. Nel frattempo, ha aggiunto Di Maio, ieri i nostri capigruppo hanno depositato il provvedimento sul taglio delle pensioni d’oro e a settembre-ottobre credo che sarà approvato”.
Ma a freddare Di Maio e l’intero governo M5S-Lega sulla riforma delle pensioni è stato già, nei giorni scorsi, Peter Cardillo, responsabile economista dei mercati presso Spartan Capital Securities.Intervistato da Il Corriere della Sera, Cardillo ha avvertito , in merito alla “riforma sulle pensioni e tasse”, che “sarà il mercato a stabilire fin dove si potrà spingere il governo italiano”.
Un alert particolare è proprio sull’obiettivo ambizioso dell’esecutivo di smantellare la riforma Fornero:
“La riforma sulle pensioni porterebbe il governo di Roma allo scontro frontale con l’Unione Europea. Nel Paese potrebbe riaprirsi la discussione se restare o uscire dall’euro. Tutto ciò potrebbe scatenare una grande speculazione, lo spread schizzerebbe a livelli inauditi e l’Italia ne uscirebbe a pezzi. Sulle tasse il discorso è diverso: forse ci può essere qualche margine per una riduzione graduale”.
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Tra l’altro, sempre qualche giorno fa, gli economisti Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, sempre dalle pagine del Corriere della Sera, hanno avvertito che azzerare la Legge Fornero farebbe venire meno “un risparmio di spesa per il 2019-20 pari a circa 25 miliardi l’anno lordi (cioè non tenendo conto delle imposte pagate dai pensionati)”.
Secondo Alesina e Giavazzi, “ci si illude di poterli sostituire riducendo le pensioni più ricche. Ma anche se si azzerassero le pensioni dei 30.000 cittadini che percepiscono un netto mensile superiore a 5.060 euro (una norma evidentemente anticostituzionale) si risparmierebbero 4 miliardi e si coprirebbe solo per un anno il buco che si apre se si cancella la norma che lega l’età della pensione alla speranza di vita”.
Tutto questo, mentre nelle ultime ore, la Repubblica ha calcolato che il costo complessivo della manovra potrebbe essere di ben 42 miliardi di euro, facendo notare tra l’altro le tensioni in corso tra Matteo Salvini e il ministro dell’economia Giovanni Tria dall’altro.
Da una parte il ministro dell’ Economia Giovanni Tria che vede in 22,4 miliardi la manovra 2019 e cerca di ridurla alla metà negoziando con Bruxelles e accetta solo l’ “avvio compatibile” di flat tax e reddito di cittadinanza, dall’altra la Lega che vuole spese per altri 20 miliardi e tifa per lo sfondamento del deficit- Pil verso il 3 per cento al grido di “Non è la Bibbia”. Sembrano più cauti i grillini che vogliono il reddito di cittadinanza, che costa 17 miliardi, ma sembrerebbero per ora accontentarsi di un anticipo e soprattutto Di Maio recita la parte del bravo ragazzo dichiarando che non vuole ” strappi” con Bruxelles. Basterebbe, se non fosse che all’estero guardano anche la nostra politica industriale e lì le parti tra “verdi” e ” gialli” sono invertite: mentre Salvini è per il sì a Tav e Tap, i grillini con Toninelli e Lezzi frenano su tutta la linea”.
Lo spread rimane sotto controllo, ma sempre nei radar degli analisti di tutto il mondo. Il differenziale oscilla attorno alla soglia di 250 punti dopo essere schizzato, la scorsa settimana, fino a 270 punti base circa.
Prosegue la carrellata di alert e polemiche su quello che è diventato il termometro che misura il rischio di fuga dall’Italia. Nel suo commento, l’esperto di mercati finanziari e di valutazione degli strumenti finanziari scrive la nota “Ragionando sullo spread, questo sconosciuto“. E conclude:
“Se nell’arco di tre giorni il rendimento del BTP passa da 1,75% al 2,50% a causa di variazioni sullo spread, coloro che hanno già in portafoglio tale strumento si allarmeranno, mentre allo stesso tempo investitori che dispongono di liquidità potranno cogliere tale occasione per investire al meglio. E, credetemi, questa non è ‘speculazione vergognosa’ ma una semplice regola aurea degli operatori capaci”.