Notizie Notizie Italia Made in Italy da record: surplus per oltre 122 mld nel 2015, boom verso Arabia e Usa

Made in Italy da record: surplus per oltre 122 mld nel 2015, boom verso Arabia e Usa

9 Maggio 2016 07:33
Il made in Italy si conferma in ottima forma con un saldo commerciale di ben 122,4 miliardi di euro nel 2015 sotto il traino di aree quali l’automazione meccanica, l’abbigliamento-moda, l’arredo-casa e l’alimentare-bevande. I riscontri del 2015, rimarca una nota della Cgia, confermano un crescendo continuo degli ultimi anni nonostante il difficile contesto economico. Se nel 2009 il saldo positivo era sceso a 88,4 miliardi, nel 2010 è risalito salito a 92,3 miliardi, nel 2011 a 103,7 miliardi, nel 2012 a 119,5, nel 2013 a 120,2 e nel 2014 a 122,3 mld. 
Germania, Francia e Usa i principali sbocchi  
Il principale partner commerciale è la Germania. Nel 2015 sul mercato tedesco sono andate merci “made in Italy” per un valore di 30,3 miliardi di euro. Seguono la Francia (27,7 miliardi), gli Stati Uniti (24,6 miliardi), il Regno Unito (14,8 miliardi), la Spagna (11,2 miliardi) e la Svizzera (11 miliardi di euro).
Rispetto al 2014 si segnalano aumenti di vendita molto significativi negli Emirati Arabi (+15,4%), negli Stati Uniti (+15,2%) e in Spagna (+10%). Dei primi 20 paesi verso cui si dirige l’export italiano solo l’Austria (-0,2%) e la Russia (-25,2%) hanno segnato una contrazione. 
I macchinari da soli segnano un surplus di quasi 50 mld 
Dall’analisi condotta dalla Cgia dei singoli comparti manifatturieri del “made in Italy” emerge un vero e proprio boom dei macchinari (motori, turbine, pompe, compressori, rubinetteria, utensili, apparecchi da sollevamento, forni, bruciatori, etc.) con un saldo commerciale è stato positivo e pari a 49,8 miliardi di euro nel 2015. 
Seguono il tessile-abbigliamento-calzature con 17,6 miliardi, i prodotti in metallo (imballaggi leggeri, fili metallici, catene, molle, bulloneria, bidoni, contenitori in acciaio, etc.) con 11,1 miliardi, i mobili con 7,2 miliardi, gli apparecchi elettrici (lavatrici, frigoriferi, lavastoviglie, lavasciuga, congelatori, accumulatori elettrici, apparecchiature di cablaggio, batterie di pile, generatori, etc.) con 6,5 miliardi e altri materiali non metalliferi (vetro, porcellana, ceramica, refrattari, cemento, etc.) con 6,4 miliardi di euro.
Negativo, invece, lo “score” ottenuto dagli “altri prodotti” quali computer, chimica-farmaceutica, prodotti metallurgici, tabacco e legno-carta. Solo gli autoveicoli hanno ottenuto un segno positivo pari a 290 milioni di euro. Nel 2015 l’insieme di tutti gli “altri prodotti” ha registrato un saldo negativo di 28,8 miliardi di euro.
Mason (Cgia): non si vive di solo export, vanno rilanciati i consumi 
“L’export – ricorda il segretario della CGIA Renato Mason – non è tutto. E’ sicuramente un indicatore importante, ma il nostro paese per riagganciare la ripresa ha bisogno di rilanciare soprattutto i consumi interni che in questi ultimi anni di crisi economica sono diminuiti di 6,5 punti percentuali. E per fare questo bisogna assolutamente ridurre le tasse sulle famiglie, sulle imprese e ritornare ad investire per allargare la base occupazionale che, rispetto ai principali nostri competitori, è molto più contenuta”.