LVMH: titolo crolla a Parigi dopo dati vendite. Lusso KO in Europa
Il tonfo del titolo LVMH alla borsa di Parigi, successivo alla pubblicazione della trimestrale da parte del gigante del lusso, trascina al ribasso i titoli del settore.
A Piazza Affari Moncler si conferma il titolo peggiore del Ftse Mib, segnando un calo del 4% nei primi minuti della giornata di contrattazioni.
LVMH crolla di quasi l’8% alla borsa di Parigi dopo che il colosso ha annunciato nella serata di ieri di aver riportato nei primi nove mesi del 2023 una crescita del fatturato pari a +14%, in rallentamento rispetto al +20% dello stesso periodo del 2022.
Nel terzo trimestre, il giro di affari è salito del 9%, inferiore a quanto atteso dal consensus.
Diversi analisti hanno tagliato i target price sul titolo dopo la comunicazione dei conti, avvenuta nella serata di ieri.
LVMH: per il colosso del lusso fine anni ruggenti post pandemia?
“Dopo tre anni ruggenti e impressionanti, la crescita sta convergendo verso numeri che sono più in linea con la media storica”. Così il direttore finanziario di LVMH Jean-Jacques Guiony ha commentato nella call con gli analisti i conti del colosso, stando a quanto ha riportato l’agenzia di stampa Reuters.
L’inflazione e i timori sull’outlook dell’economia, in un contesto di tassi di interesse più alti dopo le strette monetarie lanciate dalle banche centrali di tutto il mondo, sono i fattori che hanno arrestato quello shopping sfrenato di cui gigante guidato dal fondatore, presidente e ceo Bernard Arnault aveva beneficiato, in particolare, nel periodo del reopening dell’economia globale successivo alle fasi di lockdown e agli imperativi di stay at home del periodo più drammatico della pandemia Covid-19.
In una nota diffusa nelle ultime ore, gli strategist di JPMorgan hanno commentato così i conti del gruppo:
“A nostro avviso LVMH rimane tra i player di alta qualità del settore e tra i nomi che dovrebbero continuare a navigare relativamente meglio in questo contesto di continua volatilità”.
Detto questo, hanno precisato gli analisti della divisione di ricerca di JPMorgan, con l’attuale momentum negativo degli utili e l’outloook incerto, “intravediamo un margine limitato per un re-rating assoluto, nel breve periodo”.
Il tonfo a Parigi del titolo LVMH trascina al ribasso i titoli dei competitor: a Piazza Affari Moncler risulta il titolo peggiore del Ftse Mib, mentre tra gli altri grandi nomi del lusso, soffrono Hermes International, Kering e Prada.
Giù anche il titolo di Christian Dior, noto anche come Dior, multinazionale francese del lusso, controllata e presieduta sempre dal miliardario Bernard Arnault.
Vale la pena ricordare che Dior detiene il 42,36% delle azioni di LVMH e il 59,01% dei diritti di voto di LVMH.
La galassia LVMH, oltre a Dior, comprende i marchi Louis Vuitton, Tiffany e Bulgari.
Il trend del fatturato nelle varie divisioni
Ma veniamo ai numeri dei conti del gigante francese.
La divisione Fashion & Pelletteria del gruppo ha visto il fatturato organico crescere nei primi nove mesi del 2023 del 16%.
Nel comunicato si legge in particolare che “Louis Vuitton ha riportato una performance eccellente, sostenuta ancora una volta dalla creatività e dalla qualità dei suoi prodotti, e dai forti legami con l’arte e la cultura”.
Bene anche Christian Dior, che ha continuato a segnare una crescita notevole in tutte le sue categorie di prodotti.
Giù invece le vendite del business di LVMH Wines & Spirits, reduce da una flessione nei primi nove mesi del 2023, complice l’elevato livello di comparazione con lo stesso periodo del 2022.
Nello specifico, il business Champagne è cresciuto, “nonostante la domanda più moderata nel corso del terzo trimestre”, mentre il “cognac Hennessy è stato colpito negli Stati Uniti dal contesto economico, dalla normalizzazione della domanda successiva al Covid e dai continui elevati livelli delle scorte dei suoi retailer”.
La divisione Profumi e Cosmetici ha assistito a “una crescita delle vendite pari a +12% nello stesso arco temporale – ha reso noto ancora LVMH – sulla scia della fase potente di innovazione, mantenendo la sua strategia di distribuzione altamente selettiva”.
In particolare, ha informato il gruppo guidato da Arnault, “Christian Dior ha riportato una performance eccezionale, estendendo la sua leadership nei mercati chiave”.
Un altro articolo di Reuters ha messo in evidenza la crisi del settore del lusso in Borsa (e nei numeri), ricordando come il sottoindice di riferimento del comparto STOXX Europe Luxury 10 index abbia riportato il tonfo trimestrale più forte dal 2020, con una perdita di valore di mercato pari a $175 miliardi sofferta in Borsa dai 10 titoli inclusi dalla fine di marzo.
A incidere anche i numeri decisamente meno esaltanti arrivati dal fronte macro della Cina, il cui reopening dalla fase dei lockdown del Covid non si è tradotto in quella fiammata della crescita su cui tutto il mondo aveva contato.
L’inflazione ancora persistente e l’aumento dei tassi di interesse hanno costretto inoltre i consumatori americani a moderare lo shopping. I numeri deludenti di LVMH non si sono rivelati, dunque, uno shock, che avevano messo già in conto una crescita delle vendite decisamente meno esaltante rispetto agli ultimi anni.