Lse: saltano le nozze con la canadese Tmx. Potrebbe ripartire la caccia a un partner
Sono state mandate a monte le nozze tra la Borsa di Londra e quella di Toronto. A meno di 24 ore del sì fatidico, è saltato tutto in modo inaspettato. L’annuncio ufficiale è stato dato attraverso un comunicato diffuso dal London Stock Exchange (Lse), la società che gestisce il listino inglese e che controlla anche Borsa Italiana. Dall’unione sarebbe nata la maggiore piazza internazionale per il trading di titoli minerari ed energetici e la numero uno al mondo per numero di azioni quotate: oltre 6.700 società con una capitalizzazione di mercato aggregato di circa 3,7 mila miliardi di sterline. Ora il gruppo canadese dovrà pagare il conto, ossia 10 milioni di dollari canadesi che potrebbero salire a 30 se dovesse decidere di abbandonarsi alle avanche di Maple.
L’annuncio è arrivato ieri sera, a meno di 24 ore dalla riunione del consiglio di Lse e Tmx per approvare definitivamente il deal. “In base a informazioni che riceviamo dal Canada, la maggioranza ha votato a favore della fusione – si legge nel comunicato – Tuttavia, sia Lse che Tmx credono che sia altamente improbabile che venga raggiunta la soglia dei due terzi richiesta”. L’incontro, fissato per oggi, è stato slittato a data ancora da definire.
Lo scioglimento comporta ora che il gruppo di Toronto dovrà versare a Lse 10 milioni di dollari canadesi, che potrebbero diventare 30 se Tmx decidesse di accogliere la proposta alternativa, quella di Maple (un progetto organizzato da una dozzina di banche e fondi pensione locali).
Ma nonostante il risarcimento, l’amarezza rimane. “Siamo chiaramente delusi”, ha commentato ieri Xavier Rolet, amministratore delegato del London Stock Exchange Group, sottolineando che “la fusione sarebbe stata una opportunità unica per gli azionisti di Tmx Group di diventare partner di un gruppo veramente internazionale, localizzato a Toronto e a Londra, concentrato sulla crescita”. Rolet ha sottolineato che il gruppo inglese è finanziariamente robusto. “Guardiamo al futuro con fiducia, con slancio e seguendo un chiaro tragitto per costruire il nostro successo”.
Che ora, rimasta sola, Lse non cerchi di consolarsi con qualcun altro? Probabile, visto anche il fervore di questi ultimi tempi (vedi Deutsche Bank con Nyse Euronext e le mosse della Borsa di Singapore sul listino australiano). Ma non solo. Qualche mese fa era salita la voce che il gruppo inglese stesse facendo il filo anche alla statunitense Nasdaq. Secondo quanto riportava il Sunday Times dei primi di marzo, London Stock Exchange Group stava considerando il lancio di un’offerta sul Nasdaq OMX Group. Il mercato sembra già scommetterci. L’azione Lse questa mattina si è avviata con un progresso di oltre il 3%.