Notizie Notizie Italia Lotto continua a crescere, nel futuro c’è anche Piazza Affari

Lotto continua a crescere, nel futuro c’è anche Piazza Affari

1 Agosto 2008 14:42

Finanza Magazine ha incontrato Andrea Tomat, presidente di Lotto Sport Italia, che ha fatto il punto sul settore dello sportswear e sulle prospettive per Lotto e Stonefly che ambiscono a crescere ulteriormente e bussare in futuro alle porte di Piazza Affari


Nike e Adidas, seguite a distanza da Puma. Sono queste le tre regine mondiali dello sportswear che hanno fatto il vuoto dietro di loro conquistando sempre maggiori fette del mercato dell’abbigliamento sportivo mondiale. Un business in costante crescita grazie alla domanda in arrivo da mercati emergenti quali Cina e India. Tra gli altri player, non sono molti quelli in grado di competere a livello globale. Un ruolo di primo piano se lo sta ritagliando anche l’italiana Lotto, che da semplice produttore di scarpette da tennis ha ampliato negli anni il proprio business e ora è presente in ben 80 Paesi. A guidare il gruppo nell’ultimo decennio è stato Andrea Tomat, attuale presidente e direttore generale, che nel lontano 1987 entrò in Lotto e nel corso degli anni ’90 curò il rilancio di Stonefly, altro marchio di spicco del gruppo di Montebelluna. Nel 1999, attraverso un management buy-out, Tomat rilevò il controllo del gruppo. “Sono stati anni molto intensi e densi di avvenimenti e cambiamenti”, ricorda Andrea Tomat andando indietro con la memoria, “con sfide via via differenti per un’azienda che da realtà giovane degli anni ’80, si è progressivamente affermata all’interno di un mercato dell’abbigliamento sportivo in costante evoluzione”. “Negli anni – rimarca Tomat – abbiamo toccato con mano realtà differenti, andando alla scoperta di nuovi mercati diventando un marchio globale nonostante il nostro focus rimanga su calcio e tennis”.


La concorrenza nel campo dell’abbigliamento sportivo si è fatta di anno in anno sempre più serrata. Come vede il futuro dello sportswear e della sua società nello specifico?
Colossi come Nike e Adidas negli anni hanno consolidato le loro posizioni ampliando il divario con gli altri player del settore e mettendo le mani sui due terzi del mercato globale. Ad oggi i marchi specialistici in giro per il mondo sono una ventina e noi vogliamo a mantenere il nostro ruolo di primo marchio italiano ritagliandoci un posto a ridosso delle prime 5 posizioni a livello mondiale.


Per crescere state puntando molto sui mercati emergenti. Quali le realtà più promettenti?
La nostra sfida rimane quella offrire una gamma ampia di prodotti di alto livello che siano in grado di andare di pari passo con l’innovazione portata avanti dai nostri competitor. Asia, Sud America ed Est Europa sono sicuramente aree ad alto potenziale e nei nostri piani c’è l’intento di portare avanti una costante crescita del numero dei nostri punti vendita sparsi per il mondo. Ad esempio in Brasile nell’ultimo anno siamo cresciuti circa del 250% dopo aver stretto l’accordo commerciale con Filon Confecções, partner ideale per penetrare velocemente in un mercato in forte crescita. E anche in altre aree geografiche l’obiettivo primario è proprio quello di individuare partner affidabili in modo da sviluppare solide alleanze con operatori locali e massimizzare le potenziali sinergie.


Temete un rallentamento maggiore del previsto dei consumi in questi paesi in seguito al rallentamento economico globale?
Cina e India, ma in generale tutti i paesi emergenti, dovrebbero mantenere una crescita elevata anche se in decellerazione rispetto agli ultimi anni. Siamo pertanto fiduciosi per i prossimi 5-6 anni ritenendo che in queste aree il numero dei potenziali clienti è destinato a crescere a dismisura andando a creare grosse opportunità per aziende come la nostra.


Per gli ultimi Europei di calcio avete lanciato le nuove scarpette con tacchetto rotante. Quanto è importante per la Lotto il fattore innovazione?
Il lancio di prodotti innovativi è necessario e ha una duplice valenza. Da un lato ha l’obiettivo pratico di offrire all’atleta un prodotto in grado di soddisfarlo al meglio. Contemporaneamente alla componente prestazione, c’è poi la percezione del nostro marchio che ne guadagna.


Capitolo Stonefly. Progetti futuri e possibile valorizzazione del marchio considerando l’eventualità di una cessione?
La cessione non è in discussione. Stonefly è per noi strategica e presenta ancora straordinarie possibilità di espansione in Italia. Inoltre vogliamo attaccare nuovi mercati quali Stati Uniti e Asia. Ho ripreso a occuparmene da vicino negli ultimi mesi impegnandomi in prima persona per garantire un’ulteriore svolta soprattutto a livello di stile/estetica. Si tratta comunque di un marchio con un bacino d’utenza ampio e fortemente recettivo anche alla luce del fatto che la maggior parte della nostra clientela è femminile.


L’Ipo di Geox non ha solleticato in questi anni la sua voglia di Borsa? A quando il grande passo?
La Borsa è il classico strumento per stanare nuove risorse volte a sostenere i progetti di espansione. Fino ad oggi abbiamo fatto fronte a queste necessità attraverso l’autofinanziamento e il credito bancario, ma quotarci è uno dei nostri obiettivi. Adesso non è certo il momento più propizio per affacciarsi sul mercato e sicuramente aspetteremo almeno altri 2-3 anni. Nel frattempo sarà importante proseguire nel nostro processo di internazionalizzazione e predisporre una struttura societaria che abbai tutte le precondizioni per un futuro in Borsa.


Se domani il Buffett di turno le facesse visita a Montebelluna?
Due chiacchiere non le neghiamo a nessuno. In questi anni abbiamo avuto abboccamenti con diversi investitori, ma abbiamo deciso che non c’erano ancora i presupposti per aprire l’azionariato ad altri soggetti. E visto dove siamo arrivati, mi ritengo soddisfatto della scelta fatta.


Quali le attese per Lotto e Stonefly nel 2008?
Lotto dovrebbe chiudere l’anno con un giro d’affari in crescita tra il 6 e l’8% rispetto al 2007 chiuso con ricavi a 300 milioni di euro. Per Stonefly invece la crescita si dovrebbe attestarsi al 4% anche se i ricavi risulteranno sostanzialmente invariati a 85 milioni di euro per effetto della dismissione di un asset secondario (Impronte, ndr).


Dopo l’acquisizione dell’americana Etonic c’è da aspettarsi altre mosse?
Con
Etonic (attiva nella produzione di scarpe da running, golf, bowling e walking, ndr), acquisita a fine 2006, abbiamo messo a segno un’import