Lotta senza quartiere di Fed & co. all’inflazione e 75bp new normal, ma occhio alle prime evidenze di deflazione
È il giorno dell’inflazione negli Stati Uniti. E’ atteso un ulteriore aumento dei prezzi (consensus +8,8% a/a a giugno dal +8,6% di maggio) e un moderato rallentamento dell’inflazione core (al 5,8% dal 6%). Salvo un’imprevista contrazione dell’inflazione, un nuovo aumento di 75 punti base dei tassi a luglio da parte della Federal Reserve appare quasi certo. “Solo un dato sensibilmente differente dalle attese potrebbe portare a movimenti di rilievo sui mercati”, argomentano gli esperti di MPS Capital Services.
Contestualmente tra gli analisti c’è chi inizia a parlare di prime evidenze di disinflazione o addirittura deflazione. “I banchieri centrali devono compensare l’inflazione dei prezzi che non possono controllare (commodities o prezzi inventati) con una maggiore deflazione o disinflazione dei prezzi che possono controllare. La deflazione è evidente in alcuni settori degli Stati Uniti: più settori vedranno un rallentamento dell’inflazione dei prezzi?”, asserisce stamattina Paul Donovan, capo economista di UBS Wealth Management.
Nelle scorse settimane Michael Burry, fondatore di Scion Asset Management e famoso per il film “The Big Short”, aveva avvisato che il “Bullwhip Effect” sta prendendo piede nel settore retail ed è un qualcosa che va guardato con attenzione dagli investitori anche per capire i riflessi che può avere sulle mosse della Federal Reserve, facendo intendere che presto potrebbe essere costretta a ribaltare la sua politica di aggressivi rialzi dei tassi.
Intanto ieri la Casa Bianca ha messo le mani avanti, dichiarando che il report sull’inflazione uscirà molto elevato (‘White House Foresees June Inflation Reading as ‘Highly Elevated’).
Il fattore shelter
Bianco Reserach stima che la categoria shelter (costo delle abitazioni), che rappresenta circa il 33% del CPI, continuerà a salire arrivando a +6.5% anno su anno via via che assimila, con ritardo, gli aumenti dell’immobiliare.
Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr, rimarca come alcuni segnali di inversione di tendenza per questa componente si stanno intensificando se si guarda il grafico del rent index di Zillow.
“Non dovremo aspettare troppo per vedere un rallentamento della componente shelter del CPI – asserisce Sersale – Anche perchè i fondamentali dell’immobiliare USA stanno cambiando a passo di carica. In tal senso è lampante il dato riportato da Bloomberg circa il ritmo delle cancellazioni di vendite di case a giugno, ai massimi dal Covid, che sta a indicare che i compratori si stanno tirando indietro.
C’è poi da considerare in ottica prospettica l’effetto sul cpi del recente ritracciamento del petrolio con conseguente calo del costo del carburante alla pompa. “Il massimo negli USA è stato fatto a metà giugno. Ma da quel livello di oltre 5$ al gallone già abbiamo perso 35c e non è detto che non vedremo cali seri già dal prossimo mese”, aggiunge Sersale.