Notizie Notizie Mondo Londra al test della prima finanziaria del nuovo governo di coalizione: è già polemica

Londra al test della prima finanziaria del nuovo governo di coalizione: è già polemica

22 Giugno 2010 09:30

Le misure di austerity dei paesi dell’eurozona potrebbero non bastare. E Londra lo sa bene. Oggi all’ombra del Big Ben sarà annunciata la prima finanziaria del nuovo governo di coalizione conservatore-liberaldemocratico, che avrà come corollario le strategie per uscire dal pantano dell’indebitamento, il più alto fra i Paesi del G20, il secondo in Europa dopo l’Irlanda, pari all’undici per cento del suo prodotto interno lordo. Una cifra che è previsto raggiungerà i 155 miliardi di sterline quest’anno.

 

Il cancelliere dello Scacchiere, George Osborne, in occasione della presentazione del bilancio della crisi, annuncerà un primo programma di ingenti tagli della spesa pubblica e un aumento delle tasse oggi alle 12.30 (le 13.30 in Italia), nel quadro di un progetto quadriennale. Un pacchetto di misure nato all’insegna delle polemiche. Ciò che mette d’accordo tutti è la precisione di annunci “shock”, segnalava con una dose di humor ieri il Financial Times.

E in effetti basta passare velocemente in rassegna le misure che verranno introdotte per rendersi conto del motivo del malumore che accompagnerà questo nuovo piano di lacrime e sangue cui dovranno abbassarsi gli inglesi. Si parte da un congelamento dei salari dei sei milioni di dipendenti pubblici a una riforma del welfare a una tassa per le banche, che prevede anche il rafforzamento delle norme sulle tasse sui capital gains, per evitare che i dipendenti trasformino i loro salari, tassati dal 20 al 50 per cento, in introiti finanziari per limitarsi a versare al fisco il 18 per cento.


Il tutto sarà condito con agevolazioni fiscali per le nuove imprese e con una riforma delle pensioni del settore pubblico. Secondo i Labour questi tagli provocheranno una “crescita debole”. Il cancelliere dello scacchiere ombra, Alistair Darling, ha denunciato che i conservatori “stanno usando le circostanze attuali” come scusa per imporre tagli “definiti in modo ideologico”, tagli che avrebbero fatto comunque.


Pronta la risposta di Osborne che ha replicato di “non aver intenzione di accettare” gli attuali livelli di indebitamento, perché tradurranno in “tassi di interessi più elevati, attività imprenditoriali in fumo, aumento della disoccupazione e un declino del livello di vita”. Per gli addetti ai lavori la situazione inglese non è certo un caso isolato. Dopo la Gran Bretagna, potrebbe, infatti, toccare alla Spagna a dover rimetter mano alla sua “exit strategy” per far rientrare l’emergenza conti pubblici.


Il ministro spagnolo delle Finanze, Elena Salgado, nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano economico Expansion, non ha escluso che Madrid possa introdurre un nuovo aumento delle tasse. Obiettivo: raggiungere i target di riduzione del budegt programmato per il 2011. Dopo Roma e Parigi anche all’ombra di Plaza Mayor soffia forte il vento del cambiamento sulla riforma del welfare. Come anticipato sempre dalla Salgado anche in Spagna il governo vedrebbe con favore un innalzamento dell’età pensionabile. Anche in Italia è tempo di decisioni: questa settimana la commissione Bilancio del Senato avvierà l’esame dell’articolato della manovra 2011-12 alla quale sono stati presentati 2.550 emendamenti, dei quali, circa la metà, da parte della maggioranza.