Lo scontro tra Jack Ma e Pechino è costato $850 mld alle sue società
Dopo quasi tre anni, lo scontro tra Jack Ma ed il governo cinese volge al termine. Si tratta di un “conflitto” particolarmente costoso per le società del celebre imprenditore cinese, fondatore di Alibaba e Ant Group. Le autorità di Pechino hanno annunciato venerdì che avrebbero concluso un’indagine su Ant Group, dopo aver deciso che la fintech cinese dovrebbe pagare una multa di quasi 1 miliardo di dollari.
L’indagine è iniziata dopo le critiche di Ma nei confronti della regolamentazione del settore finanziario di Pechino ancora nel 2020, costringendo Ant a sospendere quella che sarebbe stata la IPO più grande della storia.
Il retroscena
L’impero di Ma con sede a Hangzhou in Cina è stato al centro della stretta normativa del Partito Comunista cinese, che ha colpito ampie fasce del settore privato, dal settore immobiliare all’istruzione online, al settore dell’intrattenimento e i video giochi e il ride-hailing. Xi ha ricalibrato l’economia cinese enfatizzando, secondo lui, la “comune prosperità” e sostegno alla classe media.
Le riforme del governo cinese sono costate più di 1000 miliardi di dollari in termini di valore di mercato ai colossi del tech. Gli investitori istituzionali ed internazionali hanno pagato un caro prezzo per gli umori del partito comunista.
Sebbene le ultime mosse della Cina possano segnalare un allentamento della repressione del settore privato, le priorità politiche del partito, per garantire la stabilità sociale e la sicurezza nazionale rimangono invariate.
Il costo dello scontro tra Ma e Pechino
Il valore, che hanno perso in termini di market cap le società di Jack Ma, Ant e Alibaba è di oltre 850 miliardi di dollari. Ma non si tratta solo di un danno economico ma anche di fiducia degli investitori internazionali. Non solo i profitti societari sono stati messi sotto pressione dal rallentamento della crescita economica, ma anche dal cambio delle priorità politiche del governo cinese.
Ricordiamo però che Ant e Alibaba non sono state le uniche vittime del governo di Xi. La People’s Bank of China ha colpito con multe il colosso dei video giochi, Tencent Holdings e varie banche cinesi. In seguito alle multe sia Tencent che Ant, hanno rilasciato delle dichiarazioni, di aver, in gran parte completato le riforme necessarie ai sensi delle normative del paese. Ma vediamo nel dettaglio le difficoltà che hanno dovuto attraversare le due società di Ma, indubbiamente le più colpite dalla stretta normativa delle autorità cinesi.
Le conseguenze per Ant Group
I costi dello scontro tra Ma e Pechino, le società del imprenditore vanno ben oltre l’ultima multa. La repressione sulle società di Ma e sul big tech in generale si è aggiunta all’erosione della fiducia nel settore privato del paese, visto che la Cina deve affrontare una crescente debolezza dei vari settori dell’economia, dalla spesa dei consumatori al mercato immobiliare, alle esportazioni e agli investimenti infrastrutturali.
Tornando però alle società di jack Ma, Ant ha dovuto rivedere il proprio modello di business, ritirandosi dai settori sensibili e allentando la concorrenza con le banche statali. La sua valutazione, stimata a circa 315 miliardi di dollari prima dell’IPO, che non è mai avvenuto, è scesa a circa 78,5 miliardi di dollari.
Secondo quanto riporta Bloomberg, recentemente Ant ha proposto di riacquistare fino al 7,6% delle proprie azioni nel tentativo di offrire la possibilità di tagliare le quote agli investitori intrappolati da anni di repressione normativa.
Le conseguenze per Alibaba
La stretta su Alibaba non è andata meglio. Il Pechino ha preso di mira il colosso dell’e-commerce in un giro di vite sull’intero settore del tech. Ricordiamo che Alibaba, ha dichiarato all’inizio di quest’anno, che si sarebbe divisa in sei grandi società.
L’attuale valore di mercato di Alibaba è di $234 miliardi dopo un rialzo dell’8% durante la seduta americana di venerdì scorso in seguito all’annuncio della fine dell’indagine delle autorità cinesi su Ant Group. La società ha perso circa $620 miliardi del proprio valore rispetto al suo picco nel 2020.
“Le due società hanno fatto il loro mea culpa e le punizioni sono finite, almeno per il momento”, ha affermato Kendra Schaefer, partner della società di consulenza Trivium China.