Liquidità hedge fund (e non solo) ai minimi storici, a rischio capacità mercato di assorbire choc
I buy scatenati sull’azionario hanno affossato la liquidità degli hedge fund. Su più larga scala Ned Davis Research, società di gestione degli investimenti tra le principali a livello mondiale, fa notare che a livello globale le quote dei fondi investite in cash sono crollate al minimo in 19 anni e che invece il valore dei titoli azionari presenti nei portafogli dei gestori è al record in quasi 20 anni.
Bloomberg fa notare alcuni punti interessanti in un’ottica di investimento, rilevati dallo studio di Ned Davis Research:
la liquidità è undeweight e l’azionario Usa è balzato a livelli tali rispetto ai tempi più bui della crisi finanziaria che il suo valore ha superato quello di tutti gli altri asset a un ritmo record dalla bolla dot-com.
Basti pensare, come indica il grafico, che la capitalizzazione dell’indice S&P 500 è volata di ben $2,1 trilioni ($2.100 miliardi) dalle elezioni Usa. Il fatto che l’azionario sia al massimo in 20 anni rispetto a qualsiasi asset non dovrebbe sorprendere, visto che lo S&P ha inanellato valori record di chiusura per ben 13 volte, nel 2017.
Lo studio di Ned Davis cerca di capire fino a che punto è arrivata l’euforia tra gli investitori e conferma come l’esposizione verso l’azionario continui a lievitare rispetto alla liquidità, meno soggetta al fattore volatilità.
Tale situazione dimostra, come sottolinea a Bloomberg anche Ed Clissold, responsabile strategist Usa di Ned Davis Research, che “non esiste molto cash che possa assorbire eventuali choc. Tale misurazione tende comunque a invertire la rotta nel corso del tempo e, visto che siamo nella parte bassa del range, il ratio dovrebbe tornare a salire”. Fatto sta che da altri dati emerge che la liquidità degli hedge fund, ovvero dei fondi speculativi, è anch’essa ai minimi record.
Dai dati di Ned Davis emerge che alla fine di gennaio, il valore degli asset investiti nel mercato dei money market (dunque gli asset più liquidi) è stato pari ad appena il 10% del valore dell’azionario globale, al minimo dal 1998. Dal massimo testato nel 2009, la percentuale di liquidità è scesa per tutto il tempo del mercato toro, a fronte del balzo dei corsi azionari.
Diversi gli strategist che hanno continuato a essere bullish su Wall Street: come Barry Bannister, responsabile strategist per l’azionario di Stifel Nicolaus, che lo scorso giovedì ha alzato il target di fine anno sullo S&P 500 da 2.400 a 2.500, confermando la seconda versione più bullish tra i 19 strategist che sono stati intervistati da Bloomberg. Il giorno prima, l’analista Savita Subramanian di Bank of America aveva rivisto al rialzo le sue stime del 6,5%, citando l’euforia degli investitori.
Dal report di Ned Davis emerge chiaramente che la liquidità incide su un portafoglio di investimenti globali – che comprende azioni, bond e cash) per appena il 17%, meno della metà rispetto all’allocazione del 2009, e vicino al minimo dal 1980.
Si parla di zona pericolo per gli hedge fund, in quanto la fiducia nella loro capacità di far fronte a eventuali choc è ai minimi storici, vista la contrazione di liquidità.