Notizie Notizie Mondo L’economia tedesca stupisce: crescita nel primo trimestre con “effetto Trump” e nuovo governo

L’economia tedesca stupisce: crescita nel primo trimestre con “effetto Trump” e nuovo governo

23 Maggio 2025 12:36

Ancora buone nuove per il governo tedesco. Ieri l’indice Ifo in miglioramento e oggi la crescita inaspettata del Pil nel primo trimestre dell’anno, dovuta probabilmente ad un “effetto Trump” che ha fatto aumentare spese ed esportazioni in previsione della messa in atto della politica di dazi voluta dal presidente americano.

Secondo i dati diffusi dallo Statistiches Bundesamt (StBA), l’ufficio di stastatica tedesco, i primi tre mesi del 2025 mostrano una crescita del pil dello 0,4% rispetto al trimestre precedente rispetto allo 0,2% previsto.

Exploit di consumi ed esportazioni ma l’outlook per il 2025 non sembra migliorare

Ruth Brand, presidente dello StBA, ha parlato di “un sorprendente sviluppo economico positivo in marzo”, enfatizzando come “la produzione nel settore manifatturiero e le esportazioni in particolare siano andate meglio di quanto previsto inizialmente”.

Secondo i dati governativi, i consumi privati sono aumentato dello 0,5% rispetto agli ultimi tre mesi del 2024, mentre gli investimenti sono schizzati in alto dello 0,9%. Le esportazioni nette hanno dato un contributo del +0,9%.

Un fattore di ottimismo è rappresentato anche dal nuovo governo di coalizione guidato da Friedrich Merz, eletto in febbraio ed insediatosi a inizio maggio. Il cancelliere della CDU ha promesso enormi investimenti pubblici nei prossimi anni, in particolare in spesa militare e in infrastrutture.

L’ottimismo è probabilmente destinato ad estinguersi nell’attuale trimestre, quando, dopo una pausa negoziale di 90 giorni accordata in aprile, dovrebbero entrare in vigore i cosiddetti “dazi di Donald Trump” che mirano a riscrivere le regole alla base della globalizzazione, penalizzando un’economia fondata sull’export come quella tedesca.
Non è da escludere che il 2025 possa alla fine concludersi con una contrazione, così come il 2024 e il 2023.

Un consiglio di esperti del governo Merz ha per ora un outlook di stagnazione sul 2025.

Indice Ifo, c’è ottimismo tra le imprese tedesche

In ogni caso le buone notizie sono quelle dell’oggi e per adesso bisogna registrare un certo ottimismo anche tra le imprese tedesche.

Il Business Climate Index preparato dall’Institute for Economic Research di Monaco di Baviera, uno dei più seguiti think-tank economici in Germania, che monitora lo stato di fiducia dell’ambiente economico, si è attestato a 87,5 punti in maggio, in crescita rispetto agli 86,9 punti di aprile. 

Nel settore manufatturiero c’è stata una stabilizzazione degli ordini e un aumento di fiducia in particolare nel settore alimentare, anche se si è registrato un calo in quello della chimica industriale.

Nel settore dei servizi il clima è continuato a migliorare, con aspettative riviste in positivo dalle aziende. Il settore della logistica e quello dei trasporti sono andati meglio per via della sospensione dei dazi. Bene anche le esportazioni, mentre il settore delle costruzioni registra un pessimismo in calo.

Il punto di ING: finalmente una sorpresa positiva dalla Germania

Secondo Carsten Brzeski di ING i dati del primo trimestre rappresentano una sorpresa positiva in un periodo in cui l’economia tedesca “resta nel mezzo di due attività sismiche: un nuovo governo, che non pare avere grosse ambizioni per riforme strutturali ma potrà usufruire di uno spazio fiscale senza precedenti per investimenti in infrastrutture e difesa, e un cambiamento fondamentale di commercio e geopolitica, tra cui i dazi statunitensi.”

Una delle promesse fatte da Merz su cui il cancelliere scommetterà tutta la sua reputazione sembra proprio essere un piano di spesa da centinaia di miliardi di euro per rinnovare le infrastrutture tedesche e la sua potenza militare, che, secondo vari analisti, dovrebbe tradursi in una crescita di pil dell’1,2% nel 2026 e dell’1,7% nel 2027.

Nel breve periodo tuttavia, prosegue Brzeski, la “guerra dei dazi” di Trump “lascerà segni visibili sull’economia tedesca”, anche con un impatto indiretto dovuto all’incertezza.

Nel lungo periodo ci sono invece “buone ragioni per essere più ottimisti”, anche se “le misure fiscali da sole – anche se notevoli – possono fare molto poco per migliorare la competitività.”

Una delle maggiori economie del mondo – a cui manca per esempio un sistema ferroviario ad alta velocità –  necessita urgentemente di un rinnovamento delle infrastrutture.

Tutto ciò, prosegue Brzseki, “non porta automaticamente all’innovazione, alla trasformazione dei comparti o a nuove opportunità di crescita. I prossimi mesi mostreranno se il nuovo governo ha la volontà di andare oltre un rimbalzo dell’economia puramente ciclico.”

In ogni caso, ha detto, i dati di oggi hanno riportato in auge un’idea di cui ci si era dimenticati: “l’economia tedesca può ancora sorprendere positivamente”.