Notizie Certificates Le prossime sfide dell’Asset Management. Come stare al passo con un Cash Collect

Le prossime sfide dell’Asset Management. Come stare al passo con un Cash Collect

22 Novembre 2023 14:37

Si respira aria di M&A nel settore dell’Asset Management. Entro il 2027 il 16% dei gestori patrimoniali cesserà l’attività o verrà acquistato da un gruppo più grande. Lo rivela un sondaggio condotto da PwC su 500 asset manager e investitori istituzionali, da cui emerge che nei prossimi quattro anni il settore dovrà affrontare un importante consolidamento, dovuto a un mix di volatilità di mercato, tassi di interesse elevati e pressione sulle commissioni. Altre sfide saranno la trasformazione digitale e il cambiamento delle aspettative degli investitori.

Accelerazione sul consolidamento

Il 73% degli asset manager, si legge nello studio di PwC, ritiene che andremo sempre più verso un consolidamento. È vero che se ne parla da tempo, ma nei prossimi anni il passo subirà un’accelerata, al fine di ottenere l’accesso a nuovi segmenti, costruire quote di mercato e mitigare i rischi. Le aziende, inoltre, hanno espresso di voler rivolgersi maggiormente alla tecnologia per trasformarsi: oltre il 90% degli asset manager sta già utilizzando strumenti tecnologici dirompenti (tra cui big data, AI e blockchain) per migliorare le performance degli investimenti.

A tutto questo si aggiunge una grande pressione sui costi e sui margini che sta costringendo le società a guardare alla propria massa critica e, soprattutto, a chiedersi se si sia in grado di resistere alle pressioni da parte dei giganti del settore, e mantenere il margine. Prova ne è che quasi tre quarti dei gestori stanno attualmente prendendo in considerazione l’acquisizione o la fusione con un concorrente, proprio per la pressione sui modelli di business causata dal difficile contesto di mercato. Ci sono infatti state una serie di fusioni e acquisizioni di alto profilo: l’industria globale della gestione patrimoniale ha rapidamente stretto accordi per resistere alle pressioni e avere accesso a nuovi clienti o aree di crescita.

Una conseguenza diretta di queste dinamiche è che entro il 2027 PwC prevede che i primi dieci maggiori gestori patrimoniali controlleranno circa la metà di tutti gli asset dei fondi comuni a livello globale, rispetto al 42,5% del 2020. Tuttavia, si prevede una ripresa dei patrimoni entro il 2027, che dovrebbero raggiungere i 147,3 trilioni di dollari (con un CAGR del 5%).

Robo-advisor, IA generativa e blockchain

Altri risultati e temi chiave che il rapporto evidenzia riguardano il fatto che PwC prevede che gli asset gestiti dai robo-advisor raggiungeranno i 5,9 trilioni di dollari entro il 2027, più del doppio rispetto ai 2,5 trilioni di dollari del 2022, grazie a un servizio di consulenza personalizzata a basso costo.

Inoltre, stando al sondaggio, 9 gestori su 10 ritengono le tecnologie dirompenti come l’IA generativa e la blockchain aumenteranno i rendimenti e attireranno giovani investitori, la cui importanza dovrebbe crescere ulteriormente man mano che erediteranno i 68 trilioni di dollari in mano alla generazione precedente. Le commissioni, già calate tra un quinto e un quarto per i fondi di investimento attivi e passivi tra il 2017 e il 2022, sono invece previste in ulteriore flessione, a vantaggio dei player più grandi, la cui dimensione consente loro di assorbire commissioni inferiori.

Infine, anche l’indicizzazione individualizzata sta guadagnando popolarità, in particolare tra gli investitori che cercano di ottimizzare i vantaggi fiscali, oltre a quelli interessati all’ESG, all’investimento in fattori e alla costruzione algoritmica del portafoglio.

Rendimento annuo del 12% con barriera premio al 50%

Un modo alternativo di investire sul settore dell’Asset Management è quello di utilizzare i certificati d’investimento, come i Low Barrier Cash Collect Callable targati BNP Paribas, emessi di recente sul SeDeX di Borsa Italiana. Questi Certificate sono strutturati su panieri Worst Of di azioni ed offrono potenziali premi mensili con effetto memoria tra lo 0,90% (10,80% p.a.) e l’1,25% (15% p.a.) dell’importo nozionale e hanno barriere a scadenza e premio che coincidono, poiché fissate entrambe fino al 40% del valore iniziale dei sottostanti.

I panieri dei 10 certificati della nuova serie sono costruiti per permettere all’investitore di prendere posizione tramite un unico strumento su alcune tra le più importanti realtà finanziarie ed industriali italiane e internazionali, seguendo un approccio tematico e consentendo di puntare sui titoli di diversi comparti economici. Tra questi troviamo anche il prodotto (ISIN NLBNPIT1W1K2) per prendere posizione sul settore dell’Asset Management costruito sul paniere composto da Azimut, Blackstone e Invesco, che pagherà un premio mensile pari all’1% dell’Importo Nozionale (1 euro, pari al 12% annuo) ad ogni data di valutazione intermedia in cui il valore delle azioni sottostanti è maggiore o uguale al livello barriera premio, posto al 50%.

Inoltre, a partire dal mese di dicembre 2023, entra in gioco l’effetto memoria che permette all’investitore di ricevere, a una data di valutazione mensile, un premio cumulativo comprendente tutte le cedole non pagate precedentemente, se a tale data di valutazione sono soddisfatte le condizioni per ricevere il premio.

La Callability e scenari a scadenza

Inoltre, la novità di questa emissione è data dalla Callability che consente all’Emittente, a partire dal sesto mese di vita, di richiamare anticipatamente i Certificate rimborsando il 100% dell’importo nozionale (100 euro). Questa emissione si differenzia dunque dalle precedenti emissioni di Low Barrier che prevedevano la scadenza anticipata qualora, nelle date di valutazione intermedie, tutti i sottostanti fossero al di sopra del loro rispettivo valore iniziale. Infatti, in questo caso, la Callability rappresenta una facoltà dell’emittente, a prescindere dall’andamento delle azioni sottostanti. Il preavviso è di almeno tre giorni lavorativi prima della corrispondente data di rimborso anticipato.

Quando e se il certificate giungerà a scadenza (9 novembre 2026), si prospettano due possibili scenari:

  1. se la quotazione di tutte le azioni è pari o superiore al livello barriera a scadenza (50% del valore iniziale dei sottostanti), il Certificate rimborsa l’importo nozionale (100 euro) più il premio (0,85 euro) con effetto memoria;
  2. se la quotazione di almeno uno dei sottostanti è inferiore al livello barriera a scadenza (50% del valore iniziale dei sottostanti), il Certificate paga un importo commisurato alla performance dell’azione peggiore (con conseguente perdita, parziale o totale, del capitale investito).

Infine, il certificato è dotato di opzione Quanto che lo rende immune dall’oscillazione del cambio tra l’euro e il dollaro Usa (la valuta dei sottostanti Blackstone e Invesco), neutralizzando il relativo rischio.

I giudizi degli analisti sui titoli del paniere

Il consensus raccolto da Bloomberg sui tre titoli del paniere, che riportiamo nella tabella qui sopra, è sostanzialmente positivo. Più della metà degli analisti che seguono Azimut consigliano l’acquisto (buy), mentre il resto consiglia di mantenere la azioni in portafoglio (hold) e solo una piccola minoranza su Azimut dice di vendere (sell). Su Invesco, invece, la maggior parte degli analisti suggerisce l’hold, mentre i restanti consigliano il buy. Inoltre, il target price medio indica che attualmente questi titoli appaiono sotto-prezzati e dai quali gli analisti si aspettano potenziali upside entro i prossimi 12 mesi.

Questo rende i sottostanti del paniere idonei a strategie con un Certificate Low Barrier Cash Collect Callable, ovvero per chi ha una visione laterale o moderatamente rialzista di un determinato settore (in questo caso il settore dell’Asset Management) per ottenere un rendimento interessante al momento della Callability a facoltà dell’Emittente oppure alla fine della vita del prodotto (dopo tre anni).

 

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