Notizie Notizie Mondo Le prossime mosse delle banche centrali mondiali: che decisioni prenderanno Fed, BoE e Bce?

Le prossime mosse delle banche centrali mondiali: che decisioni prenderanno Fed, BoE e Bce?

1 Settembre 2014 13:44
Dagli Stati Uniti all’Europa, per poi passare alla Gran Bretagna: quali saranno le prossime mosse delle principali banche centrali? Tra i temi più discussi se la conclusione del programma di acquisti da parte della Fed, prevista per ottobre, possa provocare agitazione sui mercati e le tempistiche con cui la Fed potrebbe aumentare i tassi. Anche la Banca d’Inghilterra è prossima all’aumento dei tassi? Quali sono le implicazioni per gli investitori? Gli esperti di Natixis Global Asset Management mettono in evidenza come esistano ancora delle incertezze legate alle politiche monetarie della varie banche centrali. Di seguito un estratto dell’analisi condotta  da Natixis Global Asset Management. 
La politica accomodante della Fed sembra avere i giorni contati. Impatto contenuto sui mercati
“Prevediamo che la fine del programma di acquisti di obbligazioni della Federal Reserve il prossimo ottobre  avrà un impatto contenuto sui mercati nel complesso”. E’ di questo parere Michael Gladchun, fixed income trader Loomis, Sayles & Company. “La fine del programma è stata menzionata molto chiaramente dal Federal Open Market Committee (Fomc). Pertanto è da tempo che i mercati ne prevedono la fine per questo autunno. Il cosiddetto “taper tantrum” dell’anno scorso non ha mai implicato l’aggiustamento dei mercati alla prospettiva di un rallentamento progressivo degli acquisti di asset. Era piuttosto la preoccupazione di una conclusione prematura del programma a caratterizzare gli investitori.
Secondo Philippe Waechter, capo economista di Natixis Asset Management, il tempismo è tutto. “La sfida principale per la Fed nel passaggio verso la normalizzazione della propria politica monetaria sarà quella di evitare che si ripeta la situazione del 1937-1938 quando, dopo alcuni anni di forte crescita, la sua politica venne normalizzata e l’attività economica crollò”, osserva Waechter aggiungendo che “più recentemente, si ricorda il rallentamento del mercato immobiliare statunitense del 2013 intervenuto successivamente all’aumento dei tassi sui mutui a seguito al discorso al Congresso dell’allora presidente della Fed, Ben Bernanke, nel maggio 2013. Occorre quindi chiedersi se la Fed possa effettivamente correre questo tipo di rischio se dovesse procedere troppo velocemente”.
BoE: aumento dei tassi a breve termine
Il Comitato di Politica Monetaria della Banca d’Inghilterra ha dichiarato di procedere verso l’aumento dei tassi d’interesse a breve termine. “Anche in vista di un aumento nei prossimi trimestri, prevediamo che il Comitato adotterà un atteggiamento più paziente in relazione ai tassi a fronte dell’irrigidimento della politica del credito intervenuta a partire da novembre tramite le azioni del Comitato di Politica Finanziaria”, dichiara Laura Sarlo, european Sovereign analyst Loomis, Sayles & Company, osservando che “i mercati stanno attualmente scontando la possibilità di un aumento dei tassi entro la fine dell’anno, valutando un aumento di 25 punti base entro la fine del secondo trimestre 2015”. 
Bce: quali prospettive?
A giugno l’Eurotower ha ridotto allo 0,15% il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali, toccando il -0,10% per il tasso sui depositi. “Tali tassi rimarranno invariati fino alla fine del 2016 ed è
probabile che saranno estesi fino al dicembre 2018 – osserva  Waechter  – L’obiettivo è quello di stabilizzare il mercato monetario e contenere le aspettative di rialzo dei tassi di interesse a lungo termine. Questa strategia, volta a mantenere i tassi di interesse bassi per un lungo periodo, riflette le deboli prospettive di crescita e un tasso di inflazione molto basso con il rischio di deflazione. La Bce non può che essere accomodante per un periodo di tempo “molto esteso”.
Inoltre, l’istituto guidato da Mario Draghi lancerà un nuovo programma di iniezione di liquidità da €400 miliardi che è legato a prestiti bancari a favore di operatori economici non finanziari (imprese), con l’esclusione dei mutui. L’obiettivo, ricorda Waechter, è quello di aumentare l’erogazione di finanziamenti alle imprese. La Bce sta cercando di aumentare la domanda interna utilizzando tale strumento. Nel 2015-2016 il volume di liquidità associata a tale strumento (Targeted Long-Term Refinancing Operations) potrebbe potenzialmente aumentare. Si prevede attualmente che tale operazione cesserà alla fine del 2018. Si tratta quindi di un programma a lungo termine.