Notizie Notizie Italia Le pretese dei mercati deluse dalle minute del Fomc

Le pretese dei mercati deluse dalle minute del Fomc

29 Agosto 2007 06:48

Una nuova doccia fredda ha investito i mercati azionari internazionali nella seconda seduta dell’ottava. Lo scivolone è iniziato a Wall Street, innescato dalla diffusione delle minute della riunione del Comitato di politica monetaria (Fomc) della Fed del 7 agosto. Al termine delle contrattazioni si sono registrati ribassi superiori ai due punti percentuali per i principali indici di Borsa americani mentre in Europa, Piazza Affari è stata tra le peggiori con un calo che ha sfiorato il 2%. Il terremoto è poi proseguito nella notte nell’area asiatica con l’indice giapponese Nikkei in calo dell’1,7% e lo yen di nuovo forte. Il cross dollaro/yen è risalito nei pressi di area 114.


E’ tornata quindi la paura sui floor dei listini azionari. I dati macroeconomici resi noti nel corso della seduta di ieri hanno messo in evidenza gli effetti delle turbolenze di Borsa e della crisi del comparto dei mutui subprime sulla fiducia dei consumatori americani, calata ad agosto a 105 punti dai 111,9 precedenti, il livello più basso da un anno a questa parte anche se non peggiore rispetto a quelle che erano le stime degli analisti. Male anche l’indice Case-Shiller sui prezzi delle case, scesi del 3,2% nel corso del trimestre passato.


Lo scivolone di martedì è però più un sintomo dell’alto grado di tensione che percorre i mercati finanziari che di un reale deterioramento della situazione rispetto alle settimane precedenti. Non a caso il direttore della ricerca sulla fiducia dei consumatori elaborata dal Conference Board, Lynn Franco, ha sottolineato che è prematuro temere una recessione.
Inoltre la miccia capace di far innestare la retromarcia alle piazze finanziarie è stata accesa, più che dai dati macro, dalla  diffusione delle minute dell’ultimo incontro di politica monetaria della Fed, tenutosi alla vigilia della crisi. Nel documento la Fed ribadiva che la principale preoccupazione era l’inflazione e manteneva una posizione prudente su eventuali interventi di allentamento della politica monetaria.


Certo, le condizioni sono cambiate rispetto ad allora e sicuramente anche Bernanke, come Trichet, dovrà procedere a una rivalutazione della situazione eppure è sintomatico che i mercati attendessero o meglio ancora desiderassero un segnale chiaro da parte della Banca centrale in favore di eventuali tagli ai tassi di interesse di riferimento fino a spingersi in alcuni casi a ipotizzare tre tagli dei Fed funds prima della fine dell’anno. Attesa delusa, e non poteva essere altrimenti considerato che allo stato attuale appare più un’esagerazione che una reale ipotesi di lavoro.