Notizie Notizie Mondo Le minute della Fed danno nuova verve al dollaro

Le minute della Fed danno nuova verve al dollaro

18 Febbraio 2010 09:20

Biglietto verde protagonista assoluto anche oggi sui mercati valutari. Il ritrovato clima di fiducia sui mercati e le prospettive di crescita sostenuta dell’economia statunitense stanno dando nuova linfa al dollaro. La moneta statunitense si è riportata oggi nei pressi dei massimi a 9 mesi rispetto all’euro, mentre il cross dollaro/yen viaggia sui massimi a 2 settimane in area 91 yen, con la moneta nipponica che paga la diminuzione dell’avversione al rischio sui mercati. Intanto oggi la Banca centrale del Giappone (Boj), ha lasciato i tassi di interesse di riferimento invariati a quota 0,1%, come largamente  atteso dal mercato.
Alle 10.10 il cross euro/dollaro viaggia a quota 1,3558 (-0,36%) dopo aver toccato un minimo di giornata a 1,3540 (venerdì nell’intraday erano stati toccati i minimi a 9 mesi a quota 1,3529 dollari).


Positive le indicazioni arrivare ieri sera dalla Fed. Le Minute relative alla riunione del 26-27 gennaio hanno dato conferma dell’aumento della fiducia circa la forza della congiuntura economica statunitense. La banca centrale statunitense ha migliorato le proprie aspettative per l’anno in corso, con le stime sul pil 2010 che ora sono di un +3,2% rispetto al +3% indicato a novembre 2009. Migliora anche l’outlook sul mercato del lavoro con il tasso di disoccupazione visto tra il 9,5% e il 9,7% nel 2010 per poi calare di oltre 1 punto percentuale nel 2011 attestandosi all’8,2%-8,5%. Indicazioni positive sono arrivare ieri pomeriggio anche dalla produzione industriale Usa, salita oltre le attese a gennaio (+0,9%). Si tratta del settimo rialzo consecutivo.


Nel pomeriggio attesa un’altra infornata di dati economici. L’appuntamento clou è l’indice Philadelphia Fed. La lettura di febbraio è attesa in crescita a 17 punti rispetto ai 15,2 del mese precedente. Questo indicatore misura le condizioni del settore manifatturiero all’interno del distretto di Philadelphia, ossia il terzo più ampio di tutti Usa, e nasce da un indagine condotta dalla Fed di Philadelphia sulle condizioni generali di salute dell’economia. Il Philly Fed indica una fase di crescita quando è sopra lo zero ed una contrazione quando è sotto lo zero. In uscita anche il leading indicator di gennaio (consensus +0,5% m/m, precedente +1,1%). Il leading indicator, detto anche superindice, è un indicatore utile per comprendere lo scenario economico futuro ed in grado di anticipare le svolte del ciclo. In precedenza sono in agenda l’indice sui prezzi alla produzione a gennaio (stima +0,1% m/m) e il consueto dato settimana sulle richieste di sussidi di disoccupazione (attese a 435 mila unità nella settimana al 13/2 dalle 440 mila della precedente settimana).