Le due facce dell’equity e il calo del dollaro: la view di Assiom Forex sul 2024
Dopo un 2023 a due facce tra large cap e mid-small cap per l’equity, l’anno prossimo le previsioni sembrano essere positive. Sul forex, il dollaro, dopo la fine del ciclo rialzista della FED col taglio dei tassi in arrivo, potrebbe virare al ribasso favorendo altre valute come quella europea e quella di alcuni Paesi emergenti. Le previsioni emergono dall’Outlook 2024 elaborato dalle Commissioni Mercato di Assiom Forex. Vediamo tutto nell’analisi.
Il meglio dell’equity
In particolare, nel comparto azionario colpisce lo sprint delle large cap. Nonostante le preoccupazioni iniziali per un possibile rallentamento economico globale e i rischi geopolitici legati al conflitto tra Israele ed Hamas, i principali indici azionari mondiali chiuderanno l’anno con performance notevoli: S&P500 +17%, Eurostoxx50 +14%, Nikkei +28%. Gli utili globali sono stati resilienti, fornendo un sostegno alle azioni nonostante la pressione derivante dall’aumento dei tassi. Settori come le prime 15 banche europee e le prime sei banche statunitensi hanno registrato profitti da record nel 2023.
Il 2024 sarà un anno di rallentamento economico, ma i principali leading indicators hanno incominciato a stabilizzarsi e questo potrà avrà ripercussioni positive sugli asset a rischio; le azioni Usa sono destinate a beneficiare della fine del rialzo dei tassi e sebbene la crescita economica sarà più contenuta, rimarrà positiva anche nel 2024. Il 2024 sarà un anno elettore per gli Stati Uniti e che nel 75% dei casi, nell’anno elettorale, l’S&P500 ha avuto una performance annuale positiva, con un rendimento mediano del +10,7%. Oltre agli Usa, riteniamo che ci saranno altri due mercati che potranno essere molto interessanti per l’equity anche nel 2024 per motivi diversi: Giappone ed Italia.
Mid-small cap in ripresa
Tuttavia, le mid-small cap hanno deluso con performance basse: Russel 2000 +2,6%, MsciEuropeSmall cap +1,8%, Star italiano -5,6%. Queste società hanno subito gli effetti dei timori di recessione mondiale e dei tassi alti, ma per quelle più solide potrebbe esserci un recupero nel 2024, considerando gli eccessi di negatività attuali. Gli Eps in USA ed Europa sembrano aver toccato un picco temporaneo, e le stime per il 2024 appaiono ottimistiche. Di fatti, in assenza di una recessione globale, è improbabile un significativo calo degli utili, con i margini che dovrebbero rimanere elevati.
La frenata del dollaro
Nel 2023, la politica monetaria restrittiva di USA ed Eurozona ha avuto un impatto limitato sulla crescita, mantenendo la volatilità stabile con un range tra 1.0450 e 1.1300 nei differenziali dei tassi. L’iniziale debolezza del dollaro è stata compensata da un aumento successivo, guidato dalla Fed nella lotta contro l’inflazione e dalla BCE con un approccio “higher for longer”. La stabilità attuale ha ridotto la volatilità a minimi di 18 mesi, ma la direzione futura dipende dal primo attore nella gestione dei tassi, indicando una fase di trading in range.
Al momento, in gioco, ci sono due forze contrastanti: il rischio di un taglio dei tassi da parte della Fed nel 2024 (negativo per l’USD) e le tensioni geopolitiche che sostengono il dollaro (positivo per l’USD). Lo scenario principale favorisce il primo elemento (Fed rate cut), prevedendo un deprezzamento graduale del dollaro contro l’euro a 3, 6 e 12 mesi, con valori previsti da 1.09 a 1.11 e 1.13, rispettivamente.
La sterlina resta debole
L’economia del Regno Unito mostra segni di contrazione in linea con altre economie occidentali, con la sterlina che ha perso valore negli ultimi 6 mesi sia rispetto al dollaro che all’euro. Il tasso di cambio euro/sterlina ha avuto una variazione di circa il 5% nel 2023 e del 2.50% negli ultimi 6 mesi. La Banca d’Inghilterra agisce in modo autonomo rispetto ai suoi omologhi globali, con una politica di Quantitative Tightening tra le più aggressive. La necessità di finanziare crescenti deficit con investimenti stranieri suggerisce un approccio graduale e attento, con effetti moderatamente negativi sulla sterlina. Contro il dollaro, potrebbe verificarsi una discesa verso quota 1.20/1.18.
Le prospettive degli emergenti
Capitolo emergenti. Il tema dominante nel 2023 è stato il predominio del dollaro americano, con differenze nelle dinamiche delle valute nei vari contesti globali. La Lira turca ha subito una perdita superiore al 50%, mentre il Real brasiliano e il Peso messicano hanno mostrato resistenza e apprezzamento. Con il possibile raggiungimento del massimo di restrizione monetaria da parte della Fed nel 2024, potrebbe tornare il tema del carry trade per valute ad alto rendimento. Di questo potrebbero beneficiare in particolare Real brasiliano e Peso messicano, e potrebbe coinvolgere anche Rand sudafricano. In Cina, la crescita è rimasta sotto il trend, e se i recenti segnali di risveglio ciclico saranno confermati, potrebbe avvenire nel primo quarto del 2024. La politica monetaria espansiva in Cina potrebbe portare a un ritorno graduale del yuan intorno a quota 7,10/7,00, più come risultato del declino del dollaro che del merito della valuta cinese.
Insomma, il quadro è articolato e in piena evoluzione. Fermo restando che le variabili in gioco potrebbero modificare notevolmente il ritratto preciso tracciato da Assiom Forex sull’andamento dei segmenti equity e forex su scala globale.