Le Borse europee non guardano S&P, si allentano le tensioni sullo spread Btp-Bund

Gli investitori snobbano sia la mannaia di Standard & Poor’s sia il duro avvertimento lanciato da Mario Draghi. Dopo aver declassato 9 Paesi dell’Eurozona, l’agenzia di rating statunitense ha tagliato il giudizio sul Fondo salva-Stati europeo (EFSF) da AAA a AA+, soprattutto come conseguenza della perdita della tripla A francese. “La situazione dell’Eurozona è peggiorata ed è molto seria”, è l’allarme del presidente della Bce che ha sottolineato come la situazione di incertezza sui debiti sovrani abbia portato a distorsioni gravi dell’economia reale.
Sulle Borse europee, che forse avevano già scontato l’ennesima mossa di S&P contro l’Eurozona, prevalgono gli acquisti: a Francoforte il Dax guadagna lo 0,90%, a Parigi il Cac 40 avanza dello 0,95%, a Londra il Ftse 100 mostra un progresso dello 0,75%, a Madrid l’Ibex 35 segna un rialzo dell’1%. Bene anche Piazza Affari, dove l’indice Ftse Mib guadagna lo 0,75% a 15.330 punti, mentre il Ftse All Share avanza dello 0,70% a quota 16.160. Le tensioni si allentano anche sull’obbligazionario dove lo spread tra il Btp a dieci anni e il Bund tedesco viaggia in area 470 punti base (rendimento del bond decennale italiano al 6,49%), in calo dai 485 punti base della chiusura di ieri.
A sostenere gli acquisti il dato del Pil cinese relativo al quarto trimestre 2011 che ha mostrato una crescita dell’8,9%, in calo dal +9,1% del trimestre precedente ma superiore alle attese degli analisti che indicavano un rialzo dell’8,6%. Nell’intero 2011 l’economia cinese ha mostrato un progresso del 9,2% contro il +10,4% del 2010, risentendo della frenata europea che rappresenta il primo mercato di sbocco per le esportazioni di Pechino.
Dopo il dato sul Prodotto interno lordo sono scattati forti acquisti sulla Borsa di Shanghai, dove l’indice Composite ha archiviato la seduta con un balzo di oltre 4 punti percentuali a 2.408 punti. Gli investitori hanno inoltre apprezzato la presa di posizione del governo di Tokyo, che proseguirà gli acquisti delle obbligazioni del Fondo salva-Stati europeo nonostante il downgrade di Standard & Poor’s.