Notizie Notizie Italia Le Borse estendono il rally in scia a Wall Street, ma gli analisti restano prudenti

Le Borse estendono il rally in scia a Wall Street, ma gli analisti restano prudenti

13 Ottobre 2008 14:02

Le Borse europee allungano ulteriormente seguendo il rialzo in apertura di Wall Street dopo una prima parte di seduta all’insegna del ritorno di fiducia grazie all’approvazione del piano coordinato di sostegno al sistema bancario deciso dall’Eurogruppo.


A Milano il Mibtel guadagna l’8,89% a 16810 punti e l’S&P/Mib sale dell’8,99% a 22134 punti. A Wall Street tutti i maggiori indici segnano un progresso superiore al 4%. A Parigi il Cac40 guadagna il 7,31%, il Dax di Francoforte avanza dell’8,43% e il Ftse100 di Londra segna un progresso del 4,6%. I rialzi sono generalizzati e riguardano a livello europeo soprattutto utility, risorse di base e servizi finanziari. In Italia spiccano rialzi sopra la doppia cifra percentuale per Banco Popolare, Bpm, Fastweb, Enel e Fiat.


Nelle valutazioni degli analisti si leggono però richiami alla prudenza. Per il team europeo di Morgan Stanley guidato da Teun Draaisma, che informa di aver proceduto a spostare un ulteriore 2% dalla liquidità all’azionario, è il momento di tornare a comprare, ma solo in termini di asset allocation tattica. In un report pubblicato oggi gli analisti prevedono con alta probabilità un bear market rally (fase di rialzo inserita in un più prolungato periodo di ribasso), ma non mutano la loro view fondamentalmente ribassista determinata da una recessione a livello di utili aziendali. “Il prossimo bull market – si legge ancora – partirà al più presto nell’estate 2009”. L’intervento delle autorità è invece giudicato il fattore che eviterà di assistere a un decennio simile a quello degli anni ’30.

 

L’economista di Merrill Lynch, David Rosenberg, chiarisce invece che la luce in fondo al tunnel, pur cominciando a essere visibile, resta ancora distante. “Sono disposto a dichiarare almeno con un piccolo grado di fiducia – si legge in un report odierno – che un punto di minimo è in vista, sebbene io non stia indicando un bottom su questi precisi livelli”. L’economista spiega che resterebbe convinto di un prossimo test dei minimi toccati nell’ottobre 2002 (che implicano un downside di circa il 15%) anche nel caso il mercato dovesse “rimbalzare nel breve termine data una condizione di enorme ipervenduto”.

La seduta in Europa era iniziata sotto i migliori auspici dopo che ieri ui capi di Stato e di governo dei 15 Paesi dell’Eurozona hanno dato il via libera alla possibilità di immettere capitale nelle banche, anche utilizzando azioni senza diritto di voto, e alla possibilità da parte degli Stati di garantire i prestiti bancari e le nuove emissioni fino a cinque anni. Non è tuttavia stata resa nota una cifra che quantifichi l’intervento nel suo complesso, mentre ogni Paese si è impegnato a calcolarla.


Previste anche regole contabili più morbide, con la sospensione del mark to market, ossia della necessità per le banche di abbattere in tempi rapidi i valori patrimoniali in bilancio al diminuire del loro valore.


Per quanto riguarda l’Italia, il premier Silvio Berlusconi ha parlato di “una posizione molto migliore rispetto agli altri Paesi”, in modo da non rendere necessario un intervento di vera e propria nazionalizzazione bancaria. “Noi abbiamo scelto di non nazionalizzare le banche – ha detto Berlusconi – ma, ove fosse necessario, intervenire rilevando azioni senza diritto di voto”.