Le 18 principali banche attive in Usa superano stress test Fed, anche Deutsche Bank. Credit Suisse rimandata

I titani di Wall Street che operano nel settore bancario americano, 18 colossi bancari in tutto, hanno superato gli stress test della Federal Reserve: dopo le bocciature degli anni scorsi, è stata promossa anche la tedesca Deutsche Bank. (Clicca QUI per leggere i risultati degli stress test dello scorso anno).
Pollice verso invece per il gigante finanziario svizzero Credit Suisse.
Per la divisione americana del colosso di Zurigo non si tratta di una vera e propria bocciatura: la Fed ha rilevato alcuni segnali di debolezza nei suoi piani di capitale, legati agli assunti sulle perdite legate al trading che l’istituto a suo avviso soffrirebbe in caso di uno scenario avverso.
Alla banca è stato così chiesto di ripresentare un nuovo piano entro il prossimo 27 ottobre.
Credit Suisse è praticamente rientrata nella stessa categoria delle banche che erano state rimandate dalla Fed l’anno scorso, ovvero Morgan Stanley e Goldman Sachs: quella in cui la Fed ha dato un “conditional non-objection al piano” presentato, ovvero una non obiezione condizionata.
Ciò significa che, fin quando non arriverà il via libera ufficiale della Federal Reserve, Credit Suisse dovrà attenersi al piano di distribuzione degli utili del 2018.
In questi ultimi stress test lanciati dalla Fed – un appuntamento ormai annuale – 18 delle principali istituzioni finanziarie attive negli Stati Uniti hanno dovuto dimostrare di poter sopravvivere in uno scenario di crisi economica, garantendo al contempo la capacità di erogare prestiti e di distribuire i dividendi agli azionisti.
Nessun istituto ha fallito questa prova del 2019: un articolo della Cnbc fa notare che è la seconda volta che ciò accade, da quando gli stress test sono stati lanciati nel 2009.
Tra i 18 titani esaminati, stando a quanto rende noto Bloomberg, almeno una dozzina si prepara ad aumentare i dividendi e le operazioni di buyback azionario del 18%, a un valore superiore a $173 miliardi. In particolare, le quattro principali banche attive negli Stati Uniti – Bank of America, Citigroup, JPMorgan Chase e Wells Fargo — hanno annunciato che, grazie al via libera della banca centrale potrebbero lanciare operazioni di buyback azionario per un valore di $105 miliardi.
Nel complesso, i risultati confermano che il settore bancario americano è sicuramente più solido di quanto lo fosse dieci anni fa, quando la crisi finanziaria costrinse Washington a intervenire, attraverso diverse operazioni di bail-out.
L’esame è stato superato dopo che al settore sono state imposte regole più stringenti, comprese quelle a cui adeguarsi nel formulare simulazioni sugli scenari peggiori. Inoltre la Fed ha ricordato che le banche in tutti questi anni hanno dovuto più che raddoppiare il capitale necessario per assorbire eventuali perdite a $800 miliardi circa.