Lavoro: il 40% preferirebbe orari più flessibili rispetto ad aumenti stipendio
Gli incentivi tradizionali, come retribuzione competitiva e percorsi di carriera lineari, non bastano più. Sempre più lavoratori infatti, piuttosto dell’aumento di stipendio, vorrebbero una maggiore flessibilità di orari e luoghi di lavoro, così da conciliare meglio il loro tempo. Dalla ricerca realizzata da Kelly Services su un campione di 164mila lavoratori in 28 Paesi, di cui circa 4mila in Italia, il 69% dei lavoratori considera l’equilibrio tra vita professionale e privata una caratteristica che influisce sulla scelta del posto di lavoro. È seconda soltanto a retribuzione, benefit e altri incentivi finanziari (89%), alla pari con le opportunità di carriera. In Italia, il dato si ferma al 64%. In particolare, per quanto riguarda il lavoro flessibile il 63% dei lavoratori, a livello globale, sostiene che tale forma di lavoro, che comprende orari personalizzati e smart working, favorisca un equilibrio tra lavoro e vita privata. Il 49% considera il tempo libero retribuito (ferie e giorni di malattia) altrettanto fondamentale, mentre l’11% ritiene essenziale la possibilità di disporre di ulteriore tempo libero. Dalla survey emerge che una percentuale significativa di lavoratori sacrificherebbe parte della propria retribuzione in cambio di modalità di lavoro più flessibili: mentre in Europa la percentuale si attesta al 32%, i lavoratori italiani si dimostrano più propensi a questo “baratto”, con il 40%.