La Germania cresce dell’1,9% nel 2022 e schiva recessione nel 4Q, ma la cautela è d’obbligo

L’ufficio statistico tedesco Destatis ha stimato per l’economia della Germania una crescita dell’1,9% nel 2022. La variazione annua implica una performance stabile, e non una contrazione, nel quarto trimestre dell’anno, attenuando i timori che la guerra in Ucraina e l’aumento dell’inflazione abbiano innescato una recessione.
Il dato è inferiore al +2,6% registrato nel 2021 ma lievemente superiore al +1,8% mediamente stimato dagli analisti (consensus Bloomberg), che prevedevano una contrazione dello 0,5% nel quarto trimestre del 2022.
Guerra e inflazione pesano sul Pil della Germania nel 2022
L’anno si era aperto all’insegna delle speranze per una forte ripresa della domanda post pandemia, con previsioni di crescita del Pil intorno al 4%. Tuttavia, l’invasione russa in Ucraina ha rimescolato le carte, evidenziando la dipendenza dell’economia tedesca dalle forniture di gas naturale a basso costo da Mosca.
Il cancelliere Olaf Scholz è riuscito a tamponare la situazione, trovando in breve tempo fonti di energia alternative e beneficiando anche di un clima invernale insolitamente mite. Le aziende, nel frattempo, hanno ricalibrato le catene di approvvigionamento dopo lo stop della produzione in alcune fabbriche nei primi giorni successivi allo scoppio della guerra.
Tuttavia resta molto da fare e la situazione è aggravata dall’elevata inflazione, che continuerà a pesare sulle imprese e sui consumatori anche negli anni a venire, malgrado le misure di sostegno varate dal governo. I prezzi al consumo hanno toccato nel 2022 un picco dell’11,6% su base tendenziale. Da settembre, gli economisti hanno cominciato a stimare una flessione dell’economia tedesca, in scia ai segnali provenienti dagli indicatori di fiducia e dalla flessione degli indici Pmi.
Cauto ottimismo con produzione stabile e consumi energetici contenuti
Nell’ultimo periodo è tornato un moderato ottimismo, motivato dalle indicazioni incoraggianti provenienti dalle imprese. Le fabbriche stanno mantenendo stabile la produzione, nonostante la domanda più debole, per smaltire gli ordinativi precedentemente ritardati per i colli di bottiglia a livello logistico.
Aziende come Volkswagen hanno segnalato che questi problemi si stanno attenuando. La casa automobilistica prevede un aumento delle vendite quest’anno, con ordini per 1,8 milioni di veicoli nell’Europa occidentale che contribuiranno a compensare un’economia globale in crisi.
Anche i prezzi del gas sono diminuiti rispetto ai precedenti picchi, grazie anche alle temperature sopra la media che hanno frenato i consumi e il Paese può ora superare indenne l’inverno, anche nel caso di un’improvvisa ondata di gelo. Un’ulteriore spinta alla produzione può arrivare dall’abbandono della politica Zero-Covid da parte della Cina.
ING resta prudente, possibile revisione al ribasso della stima sul 4Q22
Decisamente cauta la view di ING Research. Il +1,9% rilevato per l’intero 2022, come evidenziato, “implica un’economia stagnante, non in contrazione, nel quarto trimestre dopo il +0,4% congiunturale del terzo trimestre. La recessione ampiamente prevista semplicemente non si materializzerà? Rimaniamo dubbiosi”, commenta Carsten Brzeski, Global Head of Macro presso l’istituto, secondo cui “questa stima per il quarto trimestre sarà ancora leggermente rivista”.
La performance annua è “decisamente niente male, per un anno segnato dai lockdown e dalla guerra. I dati odierni mostrano che nel 2022 la ripresa successiva alla conclusione dei lockdown, sia per i consumi che per la produzione, ha superato le ricadute economiche della guerra in Ucraina. Negli ultimi mesi dell’anno anche il sostegno fiscale ha attutito la flessione.”
Evitato il peggio ma in Germania restano problemi economici (ING)
“Per mettere le cose in prospettiva” evidenzia però Brzeski, “l’economia della Germania è appena tornata alle dimensioni della fine del 2019. Tre anni di crisi non sono passati inosservati.”
Inoltre, “il fatto che l’economia tedesca abbia evitato il peggio, purtroppo, non significa che tutti i problemi siano scomparsi. Il recupero post-lockdown è terminato e non sosterrà l’attività economica nel 2023”, mentre “è probabile che gli effetti negativi della guerra e della crisi energetica prevalgano e frenino l’economia. L’indebolimento dei nuovi ordini industriali dal febbraio dello scorso anno e la scarsa fiducia dei consumatori sono solo due delle molte ragioni che fanno pensare ad ulteriori problemi per la Germania.”
L’economia tedesca, conclude ING, “sta ancora affrontando una serie di sfide che probabilmente peseranno sulla crescita di quest’anno e oltre: l’approvvigionamento energetico per l’inverno 2023/24, l’evoluzione del commercio globale con maggiori rischi geopolitici e i cambiamenti nella supply chain, le elevate esigenze di investimento per la digitalizzazione e per le infrastrutture e una crescente mancanza di lavoratori qualificati”.