Notizie Notizie Italia La corsa al green rende gli ETF ESG immuni dal virus dell’incertezza

La corsa al green rende gli ETF ESG immuni dal virus dell’incertezza

28 Giugno 2020 11:23

Tutti i settori hanno sofferto durante la disfatta del mercato dopo lo scoppio della pandemia Covid, compresi i titoli azionari legati alla tendenza tematica ambientale a lungo termine degli ESG. Dopo l’ondata di vendite gli investitori sono tornati a riposizionarsi sull’azionario e nel corso della risalita degli ultimi mesi gli indici ESG sono tornati a mostrare una forza relativa.

La sponda dei maxi-piani green

I leader dell’ESG hanno segnato un calo sostanzialmente analogo al mercato generale durante il grande sell-off, ma sono decollati con un’accelerazione superiore, soprattutto a maggio quando è emersa con maggiore enfasi la determinazione dei governi di usare le massicce misure di riavvio economico per diventare più ecologici. In modo particolare i governi europei sta cogliendo l’occasione della pandemia di Covid-19 per accelerare la transizione verso la riduzione delle emissioni di carbonio. Il “Green New Deal” dell’Unione Europea evidenzia una forte attenzione alle iniziative per aiutare a raggiungere la neutralità climatica promuovendo energie rinnovabili, idrogeno e ristrutturazione di edifici. “I leader ESG non sembrano particolarmente costosi e negoziano con un rapporto PE simile a quello del mercato più ampio”, rimarcano gli analisti di Barclays che indicano le utilities come i maggiori beneficiari del trend ESG.

Gli ETF ESG europei e globali hanno goduto di afflussi netti positivi costantemente costanti durante la discesa del mercato e quando è iniziata la ripresa. E così la raccolta legata al tema ESG quest’anno ha già superato il totale netto investito nel 2019.

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Covid non ha frenato gli afflussi

La crescente sensibilità alle tematiche ESG è una tendenza che va avanti ormai da tempo e tale fattore rappresenta sempre più una componente essenziale nell’ambito delle decisioni di allocazione del portafoglio da parte degli investitori. Questo trend è ben evidente nell’industria degli ETF con tassi di crescita decisamente sostenuti degli AuM sui replicanti con bollino ESG.

“Non mi meraviglierei affatto se a fine 2020, gli ETF ESG in Europa si trovassero ad avere una raccolta di 30 miliardi, raddoppiando gli asset che questi strumenti avevano a fine 2019”, rimarca Francesco Branda, Head of Passive & ETF Specialist Sales Italy di UBS AM, che ritiene tale trend così solido che il mercato potrebbe vedere il raddoppio degli asset anno su anno anche nel 2021 e nel 2022.

A beneficiare di questa crescita potrebbero essere non solo le soluzioni passive azionarie, ma anche quelle obbligazionarie, che fino a oggi hanno mosso solo i primi passi.

La magnitudo di questo trend risulta così forte da non aver conosciuto rallentamenti nemmeno durante i mesi di crisi più acuta causati da COVID-19. SE da un lato i flussi in ETF europei “core” (azionari e obbligazionari) si sono rapidamente trovati in territorio negativo, con gli investitori che hanno adeguato la loro allocazione tattica per tenere conto dell’ulteriore incertezza, riducendo soprattutto la componente “rischiosa” del loro portafoglio, d’altra parte, i portafogli sostenibili non hanno subito un analogo calo dei flussi e hanno continuato il loro percorso di raccolta. “Ciò può suggerire che gli investitori percepiscono gli asset sostenibili come in qualche modo meno rischiosi dell’esposizione tradizionale – argomenta Francesco Branda – e pensano all’investimento sostenibile come a un’allocazione a più lungo termine e maggiormente allineata ai loro valori, fattori che tendenzialmente non subiscono impatti da shock improvvisi”.

I numeri degli ETF ESG

Gli ETF ESG disponibili in Europa sono cresciuto repentinamente negli ultimi anni e alla fine di gennaio 2020 ammontava a 119 prodotti (ETFGI, gennaio 2020). Allo stesso modo, il patrimonio in gestione è aumentato a un ritmo impressionante, addirittura triplicando nel corso del 2019. La maggior parte di questi asset è su strumenti azionari, ma la raccolta di ETF ESG a reddito fisso ha registrato una rapida accelerazione. Quasi l’80% degli strumenti passivi ESG attualmente disponibili sono azionari (UBS Asset Management, gennaio 2020). Ciononostante, il numero di ETF ESG a reddito fisso è raddoppiato nel giro di un anno, evidenziando la necessità di integrazione ESG in questo spazio, in quanto le autorità di regolamentazione aumentano la loro pressione nei confronti dei detentori di asset e di altri operatori del settore.

Gli ETF ESG europei rappresentano circa il 4% dell’intero mercato europeo degli ETF (dato al 13 marzo 2020). Questo dato potrebbe sembrare poco significativo, ma negli ultimi 15 mesi (dal 1° gennaio 2019 al 13 marzo 2020), gli ETF ESG hanno raccolto il 20% del totale dei nuovi asset confluiti verso gli ETF europei. La raccolta netta è di gran lunga molto superiore all’attuale quota di mercato esistente; ciò dà concreta evidenza della forte crescita degli ETF ESG in questo ultimo periodo, il che è coerente con quanto registrato negli ultimi anni

In questo momento la crescita degli asset è trainata principalmente dagli ETF ESG azionari, che hanno raccolto il 40% dei nuovi asset netti confluiti nelle soluzioni passive azionarie. Anche sul fronte obbligazionario la crescita è significativa, ma la sua entità è relativamente minore. “Una spiegazione potrebbe essere la relativa scarsità di soluzioni sostenibili a reddito fisso: dei 119 ETF sostenibili che abbiamo identificato in Europa, solo 24 sono obbligazionari”, rimarca Branda.

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