L’appello di Papa Francesco al Forum Ambrosetti: pandemia COVID ha rovesciato pilastri instabili modello economico mondiale
“Quest’anno il confronto su temi importanti relativi alla società, all’economia e all’innovazione richiede un impegno straordinario, per rispondere alle sfide provocate o rese più acute dall‘emergenza sanitaria, economica e sociale. Dall’esperienza della pandemia tutti stiamo imparando che nessuno si salva da solo”. Con queste parole Papa Francesco ha aperto il suo messaggio inviato in occasione della prima giornata del Forum Ambrosetti.
La 46esima edizione del Forum Ambrosetti, che quest’anno prende il nome di “Lo Scenario di oggi e di domani per le strategie competitive” e che si tiene come ogni anno a Villa d’Este, Cernobbio, è partita oggi, venerdì 4 settembre.
L’evento si concluderà domenica 6 settembre. Papa Francesco ha lanciato un chiaro messaggio ai leader del pianeta, affermando come sia necessario che i modelli economici cambino nell’era post-pandemia.
Una pandemia, quella del coronavirus, “che ha rovesciato i pilastri instabili” di un modello economico mondiale costruito sull’idolatria dei soldi e sul dominio da parte dei ricchi e dei potenti.
Nel messaggio al Workshop annuale dello European House-Ambrosetti Workshop, che raccoglie 200 tra economisti, manager e politici di tutto il mondo, il Papa ha lanciato l’appello per la creazione di nuovi modelli che siano più inclusivi e capaci di ridurre le disuguaglianze sociali.
“Abbiamo toccato con mano la fragilità che ci segna e ci accomuna. Abbiamo compreso meglio che ogni scelta personale ricade sulla vita del prossimo, di chi ci sta accanto ma anche di chi, fisicamente, sta dall’altra parte del mondo. Siamo stati costretti dagli eventi a guardare in faccia la nostra reciproca appartenenza, il nostro essere fratelli in una casa comune. Non essendo stati capaci di diventare solidali nel bene e nella condivisione delle risorse, abbiamo vissuto la solidarietà della sofferenza”.
Il Papa: autentico profitto è ricchezza a cui tutti possono accedere
“In questa situazione l’economia, nel suo senso umanistico di ‘legge della casa del mondo’, è un campo privilegiato per il suo stretto legame con le situazioni reali e concrete di ogni uomo e di ogni donna. Essa può diventare espressione di ‘cura’, che non esclude ma include, non mortifica ma vivifica, non sacrifica la dignità dell’uomo agli idoli della finanza, non genera violenza e disuguaglianza, non usa il denaro per dominare ma per servire. L’autentico profitto, infatti, consiste in una ricchezza a cui tutti possano accedere. ‘Ciò che possiedo veramente è ciò che so donare'”.
Nella sua missiva, Papa Bergoglio ha chiesto che, “nei confronti sia della natura sia, a maggior ragione, delle persone, è necessario un cambiamento di mentalità che allarghi lo sguardo e orienti la tecnica, mettendola al servizio di un altro tipo di modello di sviluppo, più sano, più umano, più sociale e più integrale”
“È tempo di un discernimento, alla luce dei principi dell’etica e del bene comune, in ordine alla ripartenza che tutti desideriamo. (…) Da un lato, si tratta di vivere una conversione ecologica, per poter rallentare un ritmo disumano di consumo e di produzione, per imparare a comprendere e a contemplare la natura, a riconnetterci con il nostro ambiente reale. Puntare a una riconversione ecologica della nostra economia, senza cedere all’accelerazione del tempo, dei processi umani e tecnologici, ma tornando a relazioni vissute e non consumate. D’altro lato, siamo chiamati a essere creativi, come gli artigiani, forgiando percorsi nuovi e originali per il bene comune”. E riguardo a questa conversione e creatività, “è indispensabile formare e sostenere le nuove generazioni di economisti e imprenditori. Per questo li ho invitati, dal 19 al 21 novembre prossimo, nella Assisi del giovane Francesco che, spogliatosi di tutto ‘per scegliere Dio come stella polare della sua vita, si è fatto povero con i poveri e fratello universale. Dalla sua scelta di povertà scaturì anche una visione dell’economia che resta attualissima. È importante investire sulle nuove generazioni protagoniste dell`economia di domani, formare persone disponibili a mettersi al servizio della comunità, della cultura dell’incontro. L’economia di oggi, i giovani, i poveri, hanno bisogno prima di tutto della vostra umanità, della vostra fraternità rispettosa e umile, e solo dopo del vostro denaro”.
Un nuovo modello economico, dunque, quello auspicato dal Papa, che curi il pianeta, la natura, gli uomini stessi, in un’economia attaccata dal virus, ma evidentemente sfornita di forti difese immunitarie.
Di Maio: abbiamo bisogno di crescita, non di guerre commerciali
Questa prima giornata del Forum Ambrosetti ha visto protagonisti, oltre all’intervento del Papa, quello del ministro degli Esteri Luigi Di Maio che, nel suo intervento, si è così espresso: “Abbiamo bisogno di crescita, non di guerre commerciali”.
“Preoccupano – ha sottolineato nel suo discorso – i segnali di chiusura che registriamo da più fronti, sintomatici di una crescente sofferenza dell’ordine internazionale fondato sulla globalizzazione, la libera circolazione delle persone e la liberalizzazione degli scambi di merci e capitali. Stiamo assistendo al radicalizzarsi di alcune istanze protezionistiche, che minacciano il commercio internazionale e i benefici che ne traggono quei Paesi, come l’Italia, con la maggiore vocazione all’export”.
Il Forum Ambrosetti vedrà protagonisti, tra gli altri, anche il presidente francese Emmanuel Macron, l’ex candidata alle elezioni presidenziali Usa del 2016, Hillary Clinton e l’ex consigliere alla sicurezza nazionale Usa, John Bolton.
La giornata di domani partirà con il messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per concludersi con la presenza del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Nel corso della giornata, tra gli altri, parleranno commissario Ue agli Affari economici Paolo Gentiloni e il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire. Domenica, tra gli interventi più attesi dal mondo politico ed economico, toccherà al leader della Lega Matteo Salvini, il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, il ministro per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano, il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, e il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli. L’evento sarà chiuso, come da tradizione, dall’intervento del ministro dell’economia Roberto Gualtieri.
Ambrosetti: PIl Italia -10,8% nel 2020, basta navigare a vista
Pubblicata, in occasione del Forum Ambrosetti, la “Terza rilevazione 2020 sulle prospettive economiche dell’Italia, sull’occupazione e sugli investimenti delle imprese”, da parte dell’Ambrosetti Club Economic Indicator. Dal rapporto, emerge la previsione di un brusco calo, quest’anno, per l’economia italiana.
“Per l’Italia, il modello econometrico elaborato da The European House-Ambrosetti indica per il 2020 una contrazione del 10,8 del Pil, la terza più grave nei 150 della storia della Repubblica. Per trovare una riduzione peggiore bisogna tornare al 1943″.
“È necessario pianificare fin da ora cosa si vorrà essere nel futuro, e tracciare la strada per arrivarci – si legge nel rapporto, disponibile sul sito del Forum Ambrosetti – Sotto questo punto di vista, è il momento della distruzione creativa di Schumpeter: il Covid-19 ha portato alla luce ed esasperato tutte le criticità pre-esistenti, e ce le ha poste davanti, con forza. Non possiamo più ignorarle, dobbiamo affrontarle con energia, decisione e pianificazione. Questo sentiment emerge fra la business community di The European House – Ambrosetti – oltre 350 Amministratori Delegati e vertici delle più importanti società italiane e multinazionali, tramite la rilevazione dell’Ambrosetti Club Economic Indicator. Il nostro strumento economico e statistico è basato su una survey ad hoc che somministriamo ogni tre mesi ed assume valori fra -100 (sentiment totalmente pessimistico) e +100 (sentiment pienamente ottimistico)”.
I primi due trimestri 2020 sono stati caratterizzati da un comprensibile tracollo della fiducia: l’Indicatore di sentiment sulla situazione attuale è crollato a -60,8 a marzo e -59,8 a giugno, valori pessimistici mai verificatesi in passato. La Fase 2 ha portato alla una riduzione del 70% del pessimismo. A settembre l’Indicatore assume il valore di -21,1, pur sempre molto negativo ma con un decisamente incoraggiante in prospettiva. Un segnale di moderata fiducia emerge dall’Indicatore sulla situazione prospettica a sei mesi: a marzo -63,4, a giugno -63,0, oggi -1,8″.
Il rapporto va avanti: “Se sul fronte economico il rimbalzo di fiducia, per il prossimo semestre, è significativo, permangono invece ombre sotto il profilo occupazionale e degli investimenti. Nuovamente, è importante sottolineare come rispetto alla fase acuta il pessimismo si è ridotto di due terzi: la fiducia sulla situazione dell’occupazione a sei mesi passa da -56,5 nel secondo trimestre a -22,8 nel terzo; la fiducia sulla situazione degli investimenti da -60,1 a -18,4. Pessimismo in riduzione, quindi, ma ancora presente: per maggiore ottimismo su quest’orizzonte temporale – oltre all’incertezza legata all’evoluzione pandemica – è forse necessario che il quadro politico passi dalla navigazione a vista alla rotta di lungo periodo, e inizi a delineare l’immagine dell’Italia del futuro”.
A tal proposito, viene da pensare alle parole di Mario Draghi, ex numero uno della Bce, che nella settimana che si avvia a conclusione ha parlato della necessità che l’Italia sia lungimirante, e che si ponga il problema della sostenibilità del nuovo debito creato con la crisi COVID.
Oggi, a margine del Forum Ambrosetti, hanno parlato anche l’ex presidente del Consiglio Enrico Letta e il numero uno dell’Osservatorio dei Conti pubblici, Carlo Cottarelli. Entrambi si sono espressi sul Recovery Fund, facendo riferimento alla grande occasione che ha l’Italia – con quasi 209 miliardi in prestiti e sussidi dall’Europa, fermo restando l’ok della Commissione al Recovery Plan. Letta, in particolare, ha parlato di “ultima chance per l’Europa e, soprattutto, per l’Italia”.