‘JP Morgan è la Apple della finanza’. Il paragone imbarazzante tra banche italiane e Usa
JP Morgan è la Apple del mondo della finanza. Ne è convinto Boris Schlossberg, managing director della divisione di strategia sul forex di BK Asset Management. Il titolo è in rialzo, beneficiando anche della decisione degli analisti di Deutsche Bank di alzare il rating da “hold” a “buy”.
In un’intervista rilasciata alla trasmissione Trading Nation della Cnbc, l’esperto si è detto convinto della potenzialità del colosso bancario americano.
“JP Morgan è un marchio che fa bene tutto. Amo davvero JP Morgan. Non è la migliore in tutto, ma fa incredibilmente bene sia dal lato dei consumatori che da quello corporate”.
Una view quasi contrarian, quella di Schlossberg, se si considera che le banche non sono state certo le prescelte, quest’anno, dalla comunità degli investitori.
Tutt’altro, visto che proprio il settore, insieme a quello dell’energia, è stato colpito da forti smobilizzi pressocché in tutto il mondo.
Lo sanno bene anche a Piazza Affari e, in generale, in Europa.
Venendo al caso singolo, JP Morgan ha perso -25,7% dall’inizio dell’anno, a fronte del rialzo del 6% dell’indice S&P 500 e del -30% sofferto dal KBW Bank Index, l’indice Usa che rappresenta le 24 principali banche americane.
In un arco temporale di più lungo termine, si vede tuttavia che JP Morgan è balzata del 68% in cinque anni, a fronte – sempre meno – del +78% dello S&P 500, ma comunque molto meglio del guadagno pari ad appena +12% incassato dall’indice di riferimento KBW Bank Index.
A confronto Piazza Affari impallidisce: è vero che all’inizio dell’anno, l’indice di riferimento del settore finanziario italiano, ovvero il Ftse Italia All Share Banks, ha fatto lievemente meglio del KBW Bank Index, cedendo il 27%. Ma, negli ultimi cinque anni, l’indice è crollato del 58% (rispetto al +12%, per l’appunto, dell’indice bancario Usa in cinque anni), con UniCredit e Intesa SanPaolo che, sempre negli ultimi cinque anni, hanno fatto rispettivamente -72% e -41%.
Piazza Affari a parte, titoli bancari Usa, in quanto tartassati in questo 2020, potrebbero tornare con le loro quotazioni ad attrarre gli investitori. Il managing director di BK Asset Management scommette sul loro recupero: “Le banche sono sicuramente pronte a rimbalzare. Semplicemente, perchè hanno sottoperformato il mercato così tanto che sono davvero convenienti rispetto al resto del mercato. E il loro business sottostante è piuttosto buono”.
Certo, il fatto che Warren Buffett continui a smobilizzarle non è che sia proprio di buon aupisco. E’ delle ultime ore la notizia del taglio della quota in Wells Fargo pari a -42%. Tra le vittime illustri dell’oracolo di Omaha ci sono anche nomi più altisonanti come quello proprio di JP Morgan e di Goldman Sachs (c’è un titolo bancario, tuttavia, a cui Buffett non rinuncia proprio).
D’accordo con Schlossberg è anche Craig Johnson, responsabile della divisione di analisi tecnica di Piper Sandler. A suo avviso, JP Morgan è tra “le società (del settore) che sembrano stare meglio”. Il titolo “ha attraversato una fase di consolidamento dopo aver recuperato dai minimi di marzo, salendo ma anche consolidando i guadagni”. A questo punto “una mossa al di sopra della soglia di $105 aprirebbe la strada a $110, e noi crediamo che questo sia un titolo in cui, a questo punto, la gente dovrebbe investire“.