Notizie Notizie Italia Italia supera test tre sorelle rating, ma debito ‘fuori controllo’: rischio maxi-manovra

Italia supera test tre sorelle rating, ma debito ‘fuori controllo’: rischio maxi-manovra

29 Aprile 2019 08:37

E’ fatta: l’Italia è riuscita a superare le prove dei giudizi delle tre sorelle del rating, ovvero di Fitch, Moody’s e infine, lo scorso venerdì, di Standard & Poor’s. Nessuna delle tre ha punito infatti il rating sul debito italiano con un declassamento.

Ma, in tutto questo, non c’è nulla di esaltante, tanto che da indiscrezioni riportate da la Repubblica nel fine settimana, Bruxelles sarebbe pronta a chiedere a Roma una maxi-manovra, a causa di un debito, quello italiano, “fuori controllo”. Il fatto che i BTP rimangano osservati speciali è dimostrato inoltre anche dallo spread tra i tassi italiani e quelli di altri paesi periferici come Spagna, Portogallo e perfino Grecia.

Nel fine settimana, il Sole 24 Ore ha fatto notare che il mercato sta tornando a scommettere sul rischio Italia.

“Il caso più eclatante riguarda la Grecia, Paese simbolo della crisi dell’euro. Il premio di rischio che il mercato chiede per investire in titoli greci invece che in BTp è sceso fino a quota 61 punti nella seduta del 25 aprile. Si tratta di un nuovo minimo da oltre 10 anni a questa parte. Se è vero che questo calo del differenziale tra Roma ed Atene è soprattutto merito di quest’ultima, e del fatto che il Paese sia tornato ad emettere titoli a 10 anni ponendo fine a uno stigma che durava da anni, sono numeri che fanno riflettere. Soprattutto se si pensa che per anni lo spread tra i due Paesi è stato tra i 400 e gli 800 punti base”.

Inoltre, ha messo in rilievo il quotidiano di Confindustria, “oggi i titoli di stato portoghesi rendono circa 150 punti base in meno rispetto ai BTp“; l’ultima volta che tra i due titoli “c’è stato un simile spread è stato a novembre dello scorso anno quando i bond italiani erano in balia della speculazione per l’incertezza sull’esito delle trattative tra l’Italia e la Commissione. Si è ampliato anche il differenziale di rendimento con i Bonos spagnoli balzato nei giorni scorsi fino a 160 punti come non accadeva da due mesi a questa parte”.

Così come ha fatto notare un articolo recente di Bloomberg, “il debito italiano offre 11 volte il rendimento offerto dai bond portoghesi nella scadenza a cinque anni, mentre gli investitori ricevono zero nel detenere i bond spagnoli a stessa scadenza”. Come si sa, nel mercato obbligazionario, quanto più i rendimenti sono alti, tanto più i bond sono rischiosi.

Il motivo è logico, dal momento che gli investitori, per tutelarsi dai rischi maggiori, richiedono premi più elevati rispetto alle altre obbligazioni presenti sul mercato.

Il fatto che per ora i gestori dei fondi stiano facendo incetta di BTP nonostante la recessione tecnica in cui l’Italia è scivolata negli ultimi due trimestri del 2018 e le proiezioni di una crescita da zero virgola che sono state incise perfino nel Def del governo M5S-Lega (presentato lo scorso 10 aprile), non deve trarre in inganno.

Basta far riferimento alle dichiarazioni rilasciate lo scorso 14 aprile a Bloomberg da Alessandro Tentori, responsabile investimenti di Axa Investment Managers che gestisce asset per 730 miliardi di euro e che fa parte di quei gestori che hanno deciso di sfruttare il periodo di relativa calma (di due settimane fa circa), presente sul mercato per acquistare i bond italiani, con scadenza fino a cinque anni.

Pur acquistando i BTP, Tentori ha ammesso: “La situazione italiana è davvero spaventosa, non fraintendetemi. Con la pistola alla tempia, oserei rimanere probabilmente long sui BTP fino alla metà di maggio”.

Basta questa frase per ricordare a chi avesse voglia di puntare sui BTP la rischiosità di questo investimento. Tra l’altro, da quando Tentori ha rilasciato quell’intervista, lo spread è anche tornato a salire.

E ora, dopo i verdetti delle tre sorelle del rating, c’è lo scoglio rappresentato da Bruxelles.

Appuntamento cruciale e piuttosto imminente è il prossimo 7 maggio, quando la Commissione europea diffonderà le proprie previsioni primaverili. Successivamente, in data 5 giugno, Bruxelles procederà con il Country Report che potrebbe siglare l’avvio di una procedura per debito, la cui minaccia non è stata mai del tutto sventata, oltre a imporre a Roma una maxi manovra per il 2020.

Tornando al giudizio di Standard & Poor’s arrivato lo scorso venerdì, il giudizio che si attendeva dall’ultima delle tre sorelle del rating è rimasto invariato a BBB con outlook negativo. L’agenzia di rating non ha mancato di lanciare tuttavia più di un avvertimento, rilevando come sia per i conti pubblici che per le banche si registri “un marcato deterioramento delle condizioni finanziarie esterne” e aggiungendo come “i continui cambiamenti politici indeboliscano il potenziale di crescita” dell’Italia.  Non sono stati risparmiati altri moniti all’esecutivo giallo-verde.