Notizie Notizie Italia Italia: operazione abbattimento del debito, i fondi arabi guardano ai gioielli dello Stato

Italia: operazione abbattimento del debito, i fondi arabi guardano ai gioielli dello Stato

16 Luglio 2012 07:55

Abbattere il debito pubblico per portalo sotto quota 100 in rapporto al Prodotto interno lordo. Lo strumento per raggiungere l’obiettivo? Un piano di dismissioni di beni pubblici per 15-20 miliardi di euro l’anno. E’ questa la ricetta del ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, indicata durante un’intervista rilasciata ieri al Corriere della Sera. Il quotidiano di via Solferino scrive oggi che Grilli avrebbe già incontrato sia le banche d’affari sia i fondi interessati all’operazione messa a punto dal Governo. Il Corriere cita fondi statunitensi e arabi, soprattutto l’emiro del Qatar che pochi giorni fa si è comprato la griffe di moda Valentino.

Non solo calcio quindi per la dinastia degli Al Thani, veri e propri mattatori del mercato estivo per aver portato a Parigi i due campioni del Milan Ibrahimovic e Thiago Silva. Secondo quanto riportato da Affari & Finanza de La Repubblica, gli emiri starebbero guardando con interesse anche a Fincantieri e Snam. Fantafinanza o meno, i fondi sovrani arabi sembrano gli unici ad avere liquidità fresca in abbondanza sia per quanto riguarda il mondo economico sia per la sfera calcistica.
 
Tornando al piano del Governo per abbattere il debito pubblico, il primo passo immediato sarà il passaggio dal Tesoro alla Cassa Depositi e Prestiti delle quote di Fintecna, Sace e Simest. L’operazione dovrebbe portare circa 10 miliardi di euro. Entro fine mese, scrive ancora il Corriere della Sera, verrà definita la lista dei primi cento immobili dello Stato da parte dell’Agenzia del Demanio. In questa lista dovrebbero far parte molte caserme.

Un altro capitolo dell’operazione riguarda le 6.800 società controllate da Comuni, Province e Regioni. Il grosso riguarderà le circa 4.800 aziende possedute dai Comuni. Come già ribadito dal premier Monti, dal piano di dismissioni staranno fuori le quote possedute dallo Stato nei colossi pubblici quotati a Piazza Affari: Eni, Enel e Finmeccanica.