Notizie Notizie Italia Italia in crisi, la ricetta di Confcommercio. Sangalli: “Bisogna agire subito”

Italia in crisi, la ricetta di Confcommercio. Sangalli: “Bisogna agire subito”

22 Marzo 2019 12:35

Il problema dell’Italia è la crescita, difficile dire il contrario. Emerge anche dalla XX edizione del Forum Confcommercio in corso a Cernobbio in queste ore. Presentando l’analisi dell’ufficio studi di Confcommercio “L’euro compie vent’anni“, il presidente Carlo Sangalli si concentra sugli aspetti chiave dell’attuale momento economico: “Negli ultimi vent’anni – spiega – il Pil dell’Italia è cresciuto mediamente di un mezzo punto all’anno, a fronte dell’1,7% dell’Ue e il 4% dell’area euro. Se guardiamo agli andamenti dell’occupazione è vero che l’Italia da un lato ha recuperato quasi del tutto il milione di occupati persi durante la crisi, ma è altrettanto vero che il nostro Paese resta in coda con un tasso di disoccupazione più alto d’Europa. Resta confermato che il problema resta la bassa crescita“.

LA RICETTA DI CONFCOMMERCIO “In questi vent’anni – prosegue Sangalli – ci avete sentito ripetere tante volte che se si fosse attuata una politica coraggiosa di revisione della spesa pubblica sarebbe stato possibile spostare le risorse verso quel circolo vizioso che avvia gli investimenti pubblici e la crescita. Sarebbe migliorato il deficit, si avrebbe avuto una maggiore sostenibilità del debito e una riduzione dello spread, con una conseguente riduzione della spesa per interesse. Spazi per un intelligente esercizio di sovranità sul terreno della politica economica non sarebbero mancati anche in questi anni e questo anche in presenza delle regole del patto di stabilità e del fiscal compact”. Sono tre le proposte che il presidente di Confindustria illustra: “La prima è l’esclusione degli investimenti pubblici cofinanziati dai fondi europei dal computo del deficit rilevante ai fini dei patti di finanza pubblica europea. In secondo luogo: il completamento dell’Unione bancaria europea, dotata di un comune schema di garanzia dei depositi, favorirebbe la circolazione dei capitali e ridurrebbe gli squilibri. In terzo luogo, la messa in campo di una efficace web tax europea: la competitività europea sul digitale va perseguita, ma un’equa tassazione è necessaria. L’Europa rischia di rinunciare al suo ruolo“.

 

 

L’ITALIA CHE FRENA Dall’analisi emerge un quadro difficile per il nostro Paese: “Per il 2019 Pil e consumi in crescita frazionale dello 0,3%, per il 2020 di 0,5%. Peraltro, questo a condizione che non scattino le clausole di salvaguardia. C’è l’esigenza di un percorso rigoroso già a partire dall’oramai prossimo DEF, per scongiurare gli aumenti di 52 mld euro nel biennio 2020-21 dell’IVA. Più investimenti e più crescita, spending review e discussione di patrimonio immobiliare pubblico, contrasto e recupero di evasione ed elusione sono le direttrici fondamentali per questo percorso. Bisogna agire subito rafforzando la nostra posizione verso la Commissione europea”.