L’Italia ha stufato tutti: ‘Non pagheremo per voi’. L’Europa prepara la stangata
“Ora l’Europa ci processa e prepara la stangata. “Non pagheremo per voi”. Così l’articolo di La Repubblica preannuncia la grande stangata che si starebbe per abbattere sull’Italia, rea di non fare i compiti assegnati da Bruxelles sui conti pubblici.
“Come nei giorni dello scontro d’autunno nessuno difende Roma, di nuovo sul banco degli imputati per i conti potenzialmente capaci di far saltare l’euro – si legge nell’articolo di Repubblica – Anzi, monta la pressione delle capitali perché il 5 giugno, il giorno del giudizio con le raccomandazioni Ue, la Commissione europea apra una procedura sul debito italiano neutralizzando una volta per tutte Salvini e Di Maio con il risultato però di limitare per anni la sovranità in politica economica del Paese, a prescindere da chi lo governerà”.
Il quotidiano parla dell’ipotesi stangata facendo riferimento a un bilaterale segreto che si sarebbe tenuto ieri sera, alla fine della riunione dell’Eurogruppo, tra “la “colomba” Pierre Moscovici (il Commissario Ue afli Affari economici, tanto inviso ai sovranisti italiani)— impegnato ad evitare il peggio — e Giovanni Tria“.
Italia: in arrivo stangata?
La posizione dell’Italia, checché ne dica il viceministro leghista Matteo Salvini, che continua a fare la voce grossa con l’Europa, non è affatto invidiabile.
Non è affatto invidiabile anche a causa sua, visto che le recenti uscite hanno innescato nuove tensioni sul mercato dei titoli di stato.
“L’Italia rischia – scruve Repubblica – anche se la decisione finale di Juncker arriverà solo dopo il voto del 26 per non incendiare la campagna elettorale in favore di sovranisti e populisti e per tenere in conto il risultato delle Europee. Per sperare di salvarsi, il governo però dovrà fare degli sforzi già in estate, visto che i conti gialloverdi 2018-2020 sono fuori da tutti i parametri europei e non rispettano gli impegni presi a dicembre da Conte e Tria e poi da tutto il governo con la finanziaria. Sia intervenendo in corso d’opera con una manovrina bis di almeno 2-3 miliardi sul 2019, sia garantendo gli oltre 30 miliardi di intervento sul 2020 per tenere a bada l’esplosivo debito italiano”.
Ieri il ministro dell’economia Giovanni Tria ha rassicurato sulla tenuta dei conti pubblici italiani, costretto a intervenire dopo le varie esternazioni di Matteo Salvini, che si era detto pronto a sforare i vincoli Ue del 3% sul deficit e del 130-140% sul debito.
Alla domanda se l’Italia arriverà al punto di portare il debito pubblico fino al 140% del Pil, il titolare del Tesoro ha risposto:
“Non credo proprio. C’è un Def, documento di economia e finanza, che è stato approvato dal Governo e dal Parlamento. E il Parlamento com’è noto chiede di non aumentare l’Iva, ma tutto nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica specificati nel Def”.
“Quindi – ha continuato Tria – il governo sta lavorando per attuare quello che c’è scritto nel Def. Credo che tutti debbano leggere i documenti del governo, e i documenti ufficiali che dicono questo”.
Ma che dire della recente impennata dello spread?
“E’ chiaro che in campagna elettorale i mercati finanziari sono un po in fibrillazione; però i fatti per ora sono questi, quindi ci atteniamo questi obiettivi”. E su Salvini, che ora sembra voler propinare ricette sfonda deficit e sfonda debito: “Lui ha approvato (il Def), il ministro era presente”.
Difficile il compito di Tria, che ieri ha dovuto rassicurare anche sulla permanenza dell’Italia in Ue e in Europa, definendo le voci di una Italexit una boutade elettorale, Di rischio Italexit avevano parlato ieri l’ex numero uno del Mise Carlo Calenda e anche l’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Ma non solo.
Sarà pure una boutade elettorale: fatto sta che un alert sul rischio è arrivato dallo stesso governatore di Bankitalia Ignazio Visco, che ha ricordato ricordando come lo spread BTp/Bund viaggi a livelli doppi rispetto ai livelli prima delle elezioni politiche 2018 e che “i premi sui credit default swap (CDS) suggeriscono che il differenziale di rendimento sia cresciuto sia per effetto dell’aumento del rischio di credito sia per il rischio di ridenominazione dei bond in una differente valuta”. Tradotto: la possibilità che l’Italia esca dall’euro.
Tria ha dovuto difendere l’Italia anche dagli attacchi del ministro austriaco Loeger, che ha parlato del rischio che l’Italia diventi una nuova Grecia:
“L’Italia ha pagato abbondantemente per debiti altrui per aiutare gli altri paesi non avendo mai chiesto un euro. Non credo che l’Austria abbia pagato quanto l’Italia, essendo il terzo contributore, per aiutare gli altri paesi compreso la Grecia”, ha continuato il ministro, invitando “gli altri amici europei a pensare prima di parlare”.
In questa situazione caotica, con lo spettro di una stangata che torna a disturbare i sonni degli italiani, c’è da dire che c’è qualcuno ottimista sui titoli di stato italiani.
Si tratta di David Zahn, conosciuto per essere il gestore dei fondi ottimista di Franklin Templeton che, intervistato da Bloomberg, afferma di non essere preoccupato per la carta italiana.
Al punto da ritenere che le elezioni europee del prossimo 26 maggio potrebbero essere positive per i BTP. E questo perché, a suo avviso, una vittoria della Lega potrebbe rappresentare il primo passo per un nuovo governo più attraente per i mercati: un governo di centro destra, al posto di quello attuale con il M5S, che non raccoglie invece il consenso del mondo della finanza.