Notizie Notizie Italia L’Italia firma la tripletta nel mercato primario: domanda su e rendimenti sempre più giù

L’Italia firma la tripletta nel mercato primario: domanda su e rendimenti sempre più giù

28 Gennaio 2011 13:49

Non sarà avvincente come un campionato di calcio, ma i brividi di certo non mancano. L’Italia chiude la settimana con in pugno una tripletta di tutto rispetto sul mercato primario dei titoli di Stato. La buona riuscita dell’asta odierna ha confermato che è forte il file rouge che lega la Penisola a questo segmento di investimenti grazie alla ritrovata fiducia con gli investitori. Anche oggi il Tesoro, impegnato nella terza seduta d’asta della settimana, ha avuto gioco facile nel collocare bond a medio e lungo termine per oltre 8 miliardi di euro raccogliendo richieste per quasi 12 miliardi e spuntando rendimenti in ribasso rispetto alle aste di dicembre. In particolare i Cct da 1,39 miliardi di euro con scadenza 2017 hanno segnato un rendimento lordo del 2,55% in calo di 0,37 punti. La richiesta è stata di 2,3 miliardi. Per i Btp scadenza novembre 2013 pari a 3,5 miliardi (a fronte di una domanda di 4,89 miliardi) il rendimento è sceso a 3,12% (-0,13) mentre per quelli con scadenza marzo 2021 il ribasso è stato minimale (-0,07%) a 4,73 con un importo assegnato di 3,25 miliardi a fronte di una domanda di 4,724 miliardi.

 

“Buona copertura, buona performance con un sentiment di mercato abbastanza tranquillo, anche se sullo sfondo restano le problematiche di sempre”, osserva a Finanza.com Luca Jellinek esperto del reddito fisso del Credit Agricole a Londra. “Le aste di oggi sui BTp e CcT sono state ben accolte e hanno attirato flussi di acquisto consistenti da parte di investitori istituzionali europei, in particolare italiani e tedeschi”, segnala un operatore interpellato da Radiocor. A sostenere la domanda continua ad essere il clima più sereno che si respira sui mercati finanziari internazionali già da qualche settimana.

 

Gli aspetti principali dell’asta di oggi – segnalano gli operatori – sono due. Il primo è rappresentato dalla domanda, che ha segnato un significativo incremento rispetto alle aste di dicembre. “Il rapporto tra domanda e offerta è salito sensibilmente”, dice un trader. In particolare, le richieste sono salite per il BTp decennale e per il CcTeu. I flussi di acquisto segnalati dagli operatori si spiegano con il maggiore interesse verso i bond dei Paesi periferici ossia Spagna, Portogallo e in parte anche Italia che sta aumentando di riflesso all’assenza di tensioni sul mercato obbligazionario europeo. “In questo senso – si fa notare in una sala operativa – i 44 miliardi di euro di ordini raccolti per il lancio del primo bond dell’Efsf, il Fondo anti-crisi creato dall’Europa, hanno rappresentato un bel messaggio tranquillizzante”.

 

Il secondo elemento qualificante dell’asta è rappresentato dal calo dei tassi: “La flessione dei rendimenti – osserva Chiara Cremonesi di UniCredit – è andata anche oltre le attese e ha consentito di ridurre i costi di finanziamento per il Tesoro”. L’inversione di tendenza è stata significativa soprattutto per il BTp triennale, che ha invertito la rotta per la prima volta da luglio 2010. Decisivo in questo senso è stato l’overbidding (stress eccessivo sui prezzi di acquisto in asta) sviluppato dagli specialisti.  La limatura dei rendimenti ha fatto scivolare, come da copione, le remunerazioni nette percepite leggermente verso il basso. Secondo i calcoli dell’Assiom, con il calo di oggi il rendimento netto del BTp triennale si attesta al 2,819%, il BTp decennale al 4,219% e il CcTeu al 2,342 per cento.

 

“L’asta ha raccolto una domanda abbastanza forte, considerando che entrambe le linee sono state emesse per l’importo massimo”, argomenta Annalisa Piazza, fixed income strategist di Newedge Group. “Il bid to cover è stato soddisfacente con rendimenti in ribasso perché gli spread sui paesi periferici si stanno registrendo dopo aver toccato i massimi lo scorso dicembre. In particolare sul quello a dieci anni prima dell’emissione ho notato che aveva perso un po’ di terreno rispetto a Btp dello stesso segmento agosto 2021 era molto cheap e questo ha ulteriormente aiutato la domanda”. “E’ importante comunque non farsi trarre in inganno in questa fase di mercato perché la volatilità continuerà ad essere alta in attesa delle decisioni che i policy makers dovranno prendere sul’efsf il 4 febbraio”, prosegue ancora Annalisa Piazza, che non si aspetta ulteriori importanti restringimenti degli spread da qui fino a marzo. “Anzi qualora non dovessero arrivare novità su questo fronte e questo dovesse creare delusione, è possibile che gli spread si riallarghino. Adesso è un buon momento, ma la cautela resta d’obbligo”.