Notizie Notizie Italia Italia: Bankitalia, da interventi a favore delle banche saldo positivo pari allo 0,1% del Pil

Italia: Bankitalia, da interventi a favore delle banche saldo positivo pari allo 0,1% del Pil

29 Ottobre 2015 15:07

Il costo degli interventi pubblici favore delle banche europee è ammontato al 5 per cento del Prodotto interno lordo in Spagna, al 5,5 nei Paesi Bassi, all’8,2 in Germania, a oltre il 22 in Grecia e in Irlanda. E in Italia? In Italia non solo non sono stati sostenuti costi pubblici per aiutare le banche in crisi ma il saldo finale tra interessi e commissioni è risultato positivo e pari allo 0,1% del Pil. È quanto ha dichiarato Fabio Panetta, Vice Direttore Generale della Banca d’Italia, nel corso di un’audizione davanti alla sesta Commissione permanente (Finanze e tesoro) del Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul sistema bancario italiano nella prospettiva della vigilanza europea.

“Lo Stato italiano ha fornito finanziamenti al Monte dei Paschi  restituiti con interessi rilevanti e ha fornito garanzie sull’emissione di obbligazioni, che non sono state escusse”, ha detto Panetta. “Nel complesso, questo flusso di interessi e commissioni vale circa lo 0,1% del Pil”. “Quindi contrariamente a quello che si dice non c’è stato nessun esborso”, ha spiegato Panetta.

Finora in Italia le crisi bancarie sono state gestite minimizzando la dispersione del valore aziendale, senza perdite per i depositanti e oneri per le finanze pubbliche anche grazie agli interventi di sostegno dei sistemi di garanzia dei depositanti. “Nel nuovo contesto normativo (con il recepimento della direttiva europea per la risoluzione delle crisi bancarie, ndr) questo schema potrebbe non essere sempre disponibile”.

Con l’introduzione della nuova direttiva Brrd (Bank Recovery and Resolution Directive),viene introdotto il cosiddetto bail-in quindi l’eventualità che a pagare il salvataggio siano, in ordine, gli azionisti, gli obbligazionisti e i depositanti (salvi i depositi fino a 100mila euro). “Dato l’impatto potenzialmente dirompente del bail-in, la direttiva ha opportunamente escluso dalla sua applicazione le categorie di passività più rilevanti per la stabilità sistemica e quelle protette in sede concorsuale”.

Non potranno essere oggetto di bail-in “i depositi di valore pari o inferiore a 100.000 euro, protetti dal sistema di garanzia, le obbligazioni e altre passività garantite da attivi (quali i covered bond), i depositi interbancari a brevissimo termine”. Nel caso di depositi sopra la soglia dei 100 mila euro, “potranno essere intaccati solo per la parte eccedente tale soglia e comunque dopo le altre passività; ciò minimizza di fatto la probabilità che essi subiscano perdite in situazioni di dissesto”.