Ism non manifatturiero: la doccia fredda arriva in anticipo
E’ arrivato a sorpresa e sorpresa più negativa non poteva essere per i mercati azionari. Poco prima delle tre, quando i mercati del Vecchio continente si preparavano all’apertura di Wall Street, l’indice Ism non manifatturiero relativo al mese di gennaio è stato diffuso in anticipo rispetto all’orario previsto (le 16:00 in Europa) dall’Institute for Supply Management per prevenire una fuga di notizie.
Un piccolo giallo che ha reso ancora più rosso il colore degli indici delle piazze finanziarie europee e dei future americani, conducendo Wall Street a un apertura in forte ribasso. Il Dow Jones Industrial ha iniziato le contrattazioni con un calo di circa l’1,30% mentre la perdita del Nasdaq ha superato in pochi minuti il punto e mezzo percentuale.
L’Ism non manifatturiero è sceso, a gennaio, a 41,9 punti un livello mai raggiunto da quando tale indicatore viene calcolato. Le attese degli analisti di mercato prevedevano un contrazione limitata a 53 punti da 54,4. Lo spettro della recessione appare ora ancora più reale con l’Ism ampiamente sotto la soglia dei 50 punti che indica una contrazione dell’attività.
Negative anche le componenti dell’Ism. Il sottoindice occupazionale è calato a gennaio a 43,9 dai 51,8 punti dicembre, ai minimi dal febbraio 2002 mentre i nuovi ordini sono scesi a 43,5 da 53,9 anche in questo caso sui minimi da quando l’Ism viene calcolato. Il sottoindice relativo ai prezzi pagati si è attestato in gennaio a 70,7 da 71,5, le consegne a 49 da 52,5.